Coralli in movimento: abbiamo capito come fanno a spostarsi

Il corallo mobile (QUT foto) - www.marinecue.it
I coralli sono in grado di muoversi? Si, secondo quanto emerso da un recente studio. Questa capacità è fondamentale per la loro sopravvivenza
Siamo abituati ad inquadrare i coralli come animali che restano per la loro intera esistenza ancorati al fondale marino, immobili, a tal punto che un gruppo di queste specie è noto con il nome di ‘Anthozoa‘, che vuol dire proprio ‘fiori animali‘. Eppure questa credenza è pronta ad essere definitivamente stravolta.
Questo grazie ad uno studio condotto dall’australiana QUT (Queensland University of Technology), che ha permesso di fare finalmente luce sulla reale natura dei coralli, mettendone in discussione la loro presunta immobilità. La ricerca si concentra su un esemplare in particolare, noto come Cycloseris Cyclolites.
Da approfondite ricerche è emerso come gli stessi siano in grado di spostarsi autonomamente quando sono alla ricerca di condizioni ambientali più favorevoli, analogamente a quanto avviene, ad esempio, nei gruppi di meduse. A guidare la ricerca è Brett Lewis, appartenente alla School of Atmospheric and Earth Sciences dell’università sita a Brisbane, i cui risultati sono stati pubblicati su PLOS One.
Lewis ha esposto come il corallo preso in esame possieda una vita ‘solitaria e libera’, sottolineando la sua capacità di muoversi e l’assenza di un vincolo che lo costringe al substrato; al contrario il Clycoseris Clyclolites spazia tra differenti habitat presenti nella barriera corallina, pur essendo sprovvisto delle tradizionali pinne. Il movimento che gli permette di spostarsi è noto come inflazione pulsata.
Cosa è stato scoperto?
Il movimento dei coralli è stato osservato mediante un time-lapse in grado di fornire immagini subacquee ad alta risoluzione; dal materiale visivo raccolto è stato possibile osservare come l’inflazione pulsata venga compiuta mediante piccoli salti, seguendo una ritmica alternata di gonfiamento e sgonfiamento del loro corpo. Oltre che per gli spostamenti, il loro modo di mobilitarsi gli garantisce di spostarsi verso le fonti di luce. Lo studio ha fatto emergere anche la capacità del corallo di individuare e distinguere l’onda della luce da lunghezze profondamente differenti.
Una fetta della ricerca si è, in particolare, focalizzata proprio su questo aspetto, mettendo alla prova le reali capacità d’individuazione del Clycoseris Clyclolites. E’ stato dimostrato che l’86,7% dei coralli seguiva il flusso rappresentato dalla luce blu, mentre circa il 20% mostrava reazioni in seguito all’esposizione a luce bianca. Il risultato del test è più chiaro del previsto; i coralli, abitando le profondità marine dove è risaputo si trovi una predominanza di raggi lucenti blu, riconosce quello stesso colore come famigliare, poiché associato al loro habitat naturale.

Le affascinanti capacità del corallo
Ciò dimostra la predisposizione del corallo, come detto pocanzi, ad implementare il suo movimento per raggiungere le migliori condizioni nell’ambiente sottomarino volte a garantirgli la sopravvivenza, tramite nutrimenti e riproduzione. In realtà l’esemplare era precedentemente stato oggetto di ulteriori esami, che avevano reso note le sue capacità di gonfiarsi fino addirittura al 400% rispetto alle dimensioni del proprio corpo, prima di sgonfiarsi. Durante la fase di rigonfiamento, tuttavia, è emerso come lo stesso riesca a galleggiare sulla superficie del fondale, in modo analogo alle meduse. Per quanto riguarda il movimento, infatti, sono molteplici le similitudini rispetto ai ben più noti invertebrati marini; questo ha condotto gli studiosi all’ipotesi che, in realtà, i coralli presentino un sistema nervoso decisamente più complesso e sofisticato rispetto alle previsioni.
Per questo la ricerca potrà potenzialmente assumere un ruolo rivoluzionario nell’ambito delle scoperte marine. Racimolare maggiori informazioni sul modo di muoversi e di recepire stimoli esterni dei coralli, potrebbe anche aiutare a capire come gli stessi reagirebbero di fronte ad un ulteriore aumento delle temperature marine, in relazione agli effetti devastanti del cambiamento climatico, che sta costringendo all’estinzione sempre più specie superficiali e sottomarine. Non è da escludere che il Clycoseris Clyclolites possa sfruttare la sua capacità di movimento per spostarsi in zone più favorevoli dove potrà sopravvivere, prolungando la resistenza dell’intera specie al climate change.