Alghe, queati piccoli esserini ci salveranno dalla distruzione | Scienziati daranno loro nuova vita per eliminare la CO2
Alghe invisibili (Canva) - marinecue.it
Alcuni microorganismi che abitano il mare, probabilmente saranno i salvatori dell’interno ecosistema marino e terrestre.
Negli ultimi anni, le acque del mare stanno mostrando segnali sempre più evidenti di cambiamento. E fenomeni insoliti, come lo sbiancamento dei coralli, la scomparsa di alcune specie, e l’aumento delle temperature, stanno modificando profondamente gli ecosistemi marini.
Le cause principali, son legate al riscaldamento globale, all’inquinamento, e alla pesca intensiva, che alterano gli equilibri naturali, e mettono a rischio la biodiversità. Anche le microplastiche e le sostanze tossiche, si accumulano negli organismi marini, compromettendo la salute dell’intera catena alimentare.
Molti pesci e mammiferi marini, non a caso, mostrano comportamenti insoliti, spostandosi verso acque più fredde, o cambiando abitudini alimentari per adattarsi a un ambiente sempre meno ospitale.
Siffatti segnali, in ogni caso, non riguardano solo il mare, ma anche la nostra sopravvivenza: perché proteggere gli oceani, significa difendere l’intero equilibrio vitale del pianeta.
I minuscoli giganti del mare
Le diatomee, microalghe invisibili a occhio nudo, son fra gli organismi più importanti dell’oceano. Che attraverso la fotosintesi, assorbono enormi quantità di anidride carbonica, contribuendo al mantenimento dell’equilibrio climatico, e alla produzione di ossigeno. Si stima che riescano a immagazzinare dal 20 al 50% della CO₂ globale, agendo come veri e propri filtri naturali delle acque. Ma la loro straordinaria efficienza, non si ferma qui, poiché il loro guscio, chiamato “frustolo”, possiede una resistenza eccezionale in rapporto al peso. Caratteristica che sta perciò attirando sempre più l’attenzione della ricerca scientifica (come riportato anche sul sito meteoweb.eu).
Il frustolo delle diatomee è formato da una rete di micro e nanopori, che combinano resistenza, leggerezza e capacità di assorbimento della luce. Una struttura multifunzionale che garantisce equilibrio fra galleggiamento, acquisizione di nutrienti, e protezione, rendendo quindi le diatomee un modello ideale per la progettazione di materiali evoluti.

La collaborazione fra Genova e MIT
Un team dell’Università di Genova, in collaborazione con il “Massachusetts Institute of Technology”, ha studiato il design naturale delle diatomee, proprio per sviluppare nuovi materiali multifunzionali. E utilizzando stampa 3D e simulazioni numeriche, i ricercatori hanno creato prototipi ispirati alle loro architetture, capaci di combinare robustezza, elasticità, e gestione efficiente dei flussi di energia e fluidi.
E i risultati ottenuti, aprono nuove prospettive, in diversi settori: dai caschi protettivi ultraleggeri, alle membrane per la cattura della CO₂; fino alla robotica soffice, e ai sistemi biomedicali. Mostrando così, esattamente le diatomee, che la natura è ancora la più grande fonte d’ispirazione per progettare un futuro tecnologico più sostenibile ed efficiente.
