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Sargassum e l’Oscillazione Nord Atlantica: il ruolo dei venti e delle correnti oceaniche nella formazione delle fioriture

Ecco quali agenti si celano dietro alla formazione e alla diffusione dei sargassum. Gli studiosi sono finalmente riusciti a comprenderlo

Un recente studio pubblicato su Nature Communications indica la possibilità di aver identificato la causa che si cela dietro un fenomeno che sta riguardando l’Oceano Atlantico da ormai già differenti stagioni. Un team di ricercatori, attraverso l’impiego di modelli computerizzati, è finalmente riuscito a fornire una risposta alla proliferante fioritura di sargasso.

Il sargasso è un marcoalga tipica delle latitudini del Nord Atlantico che, tuttavia, a causa di uno spostamento della pressione atmosferica sull’Oceano, modificandone i venti e le correnti, è stato spinto verso i tropici, già a partire da oltre quindici anni.

Le spiagge dei Caraibi, ad esempio, sono state letteralmente invase dall’alga galleggiante già a partire dal 2011. Sono stati molti, infatti, i territori ad essere colpiti negativamente dall’impatto generato dalla proliferazione del sargasso, che ha comportato ripercussioni sulla vita dei locali e sul turismo. Un fenomeno conosciuto con il nome di Great Atlantic Sargassum Belt.

Il coautore dello studio Frank Muller-Karger ha specificato che sono state rilevate, inizialmente, soltanto poche chiazze di sargasso spinte verso SUD, ma che ha permesso di individuare anche come le stesse fossero state in grado di riscontrare condizioni adeguate per continuare la loro crescita, in un ambiente caratterizzate da acque calde, che ricevono quasi continuamente la luce solare e che risultano essere ricche di nutrienti.

I modelli informatici impiegati

Gli autori dell’articolo, come anticipato, si sono avvalsi di un modello informatico che ha permesso di mettere in pratica sistemi volti a simulare il trasporto del sargasso dall’area dell’Atlantico settentrionale, sino all’estremità meridionale dello stesso, verificando quali fossero effettivamente le cause celatesi dietro alla prima fioritura, datata 2011. Muller-Karger ha spiegato come i modelli sono stati in grado di mostrate come in determinate zone il sargassum sia stato spazzato via dalle correnti marine e dal vento verso l’Europa, prima, per poi proseguire la propria direzione verso sud e fiorire in presenza di una presenza maggiorata di nutrienti, luce solari e temperature più calde.

Una domanda che è rimasta parzialmente irrisolta riguardava quali fossero i nutrienti determinanti a favorire la proliferazione nel sargasso nelle latitudini dell’Atlantico tropicale. I modelli informatici che si sono soffermati sull’analisi di vento, correnti e misurazioni tridimensionali di nutrienti direttamente raccolti all’interno della massa d’acqua sono stati in grado di riprodurre le fioriture che avvengono annualmente nei pressi dei tropici, dimostrando una risposta concreta a tale domanda.

Proliferazione di sargassum (H. Oxenford foto) – www.marinecue.it

In che modo i nutrienti si formano e si diffondono?

I modelli, in particolare, hanno evidenziato che i nutrienti a disposizione del sargassum venissero forniti attraverso uno specifico processo oceanico, noto scientificamente con il nome di miscelazione verticale. Ma in cosa consiste? Fondamentalmente le masse d’acqua si mescolano a causa dei differenti venti, che portano in superficie le acque, canonicamente site più in profondità, che presentano maggiori concentrazioni di nutrienti. Lo strato più elevato, a questo punto, diventa proprio quello prevalentemente illuminato dalla luce solare, che ne determina l’avvenimento della fotosintesi.

E’ in questo modo che avviene la proliferazione delle fioriture, che raggiungono gran parte delle spiagge caraibiche. Muller-Karger ha esposto come gli scienziati avessero già ipotizzato che non fosse l’azione dei fiumi ad essere correlata a tale fenomeno, ma di come il risultato terminale si sia, comunque, rilevato sorprendente. La collaborazione internazionale tra l’Università di Tolosa, il Centro per la Ricerca Scientifica, l’Università della South Florida e l’Università della Sorbona si è rivelata determinante ai fini del raggiungimento di tali risultati.

Flavio Forlini

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