Artico, il vulcano Borealis è un’oasi per pesci e coralli

Il vulcano di fango Borealis si trova a una profondità di 400 metri nel Mare di Barents.

Scoperto nel 2023 dagli scienziati dell’UiT, The Arctic University of Norway, il vulcano  ospita un ecosistema sorprendentemente ricco di vita marina. Gli studi condotti nel 2024 con il veicolo telecomandato ROV Aurora hanno rivelato che il vulcano riscalda l’acqua circostante fino a 11,5°C, ben al di sopra della temperatura media del fondale marino, che è di circa 4°C.

Questa caratteristica, unita alla presenza di strutture minerali chiamate croste di carbonato, crea un habitat favorevole per molte specie marine. Una varietà davvero unica tutta da osservare e apprezzare!

Le croste di carbonato, formatesi nel corso di migliaia di anni, forniscono un substrato solido su cui possono attecchire organismi come anemoni, spugne, vermi serpulidi e coralli ottocorallini. Sebbene alcune aree del cratere appaiano inospitali, queste strutture offrono sia protezione sia opportunità di alimentazione per diverse specie di pesci.

Tra i pesci osservati intorno alle formazioni carbonatiche vi sono il merluzzo, il pesce lupo maculato, il pesce scorfano (Sebastes spp.) e la rockling dalle quattro barbe, alcune delle quali hanno un valore commerciale significativo. In particolare, il pesce scorfano è classificato nella lista rossa delle specie minacciate, il che rende ancora più importante la conservazione di habitat come il Borealis Mud Volcano.

Un ecosistema influenzato dal metano

Oltre alla sua importanza ecologica, il vulcano di fango Borealis rappresenta anche un fenomeno geologico unico. I ricercatori hanno scoperto che l’area è caratterizzata da un’attività di fuoriuscita di metano, probabilmente in corso da migliaia di anni. Questo gas emerge dal fondale attraverso coni di fango attivi, contribuendo alla formazione delle croste di carbonato e influenzando la chimica dell’ambiente marino circostante.

Gli scienziati hanno rinvenuto sedimenti contenenti microfossili marini risalenti a 2,5 milioni di anni fa, una scoperta che aiuta a comprendere l’evoluzione geologica della regione. La presenza di metano e carbonati suggerisce che il Borealis Mud Volcano possa fungere da rifugio per molte specie anche in condizioni estreme, rendendolo un ecosistema resiliente e unico.

Questo vulcano nasconde un interno universo (Freepik Foto) – www.marinecue.it

La necessità di protezione e conservazione

Secondo la professoressa Giuliana Panieri, principale autrice dello studio pubblicato su Nature Communications, il vulcano Borealis è un esempio straordinario dell’interazione tra geologia, geochimica e biologia. Comprendere queste dinamiche è fondamentale, soprattutto considerando che l’estrazione di petrolio e gas e il crescente interesse per il mining dei fondali profondi potrebbero mettere a rischio ecosistemi delicati come questo.

La Norvegia si è impegnata a proteggere almeno il 30% delle aree marine entro il 2030 (obiettivo 30×30), e luoghi come il Borealis Mud Volcano potrebbero diventare zone di rifugio per molte specie vulnerabili. La ricerca continua a dimostrare che questi ambienti non solo sostengono una biodiversità importante, ma possono anche contribuire alla rigenerazione di habitat danneggiati nel più ampio ecosistema marino dell’Artico.

Sveva Di Palma

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