L’acqua è finita: il governo Meloni non sa dove sbattere la testa | Si userà quella del mare

Acqua e siccità (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Acqua e siccità (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Cresce il disagio: segnali sempre più evidenti rivelano un problema nascosto che rischia di esplodere da un momento all’altro.

Negli ultimi tempi, in certe zone d’Italia, c’è un’aria strana. Un malessere sottile, quasi impercettibile, che però comincia a farsi notare. Non parliamo di un evento improvviso, ma di qualcosa che si è accumulato, giorno dopo giorno, in silenzio. E adesso, quel silenzio sembra stia lasciando spazio a un brusio sempre più insistente.

Chi vive qui lo avverte chiaramente: qualcosa non torna. Le giornate scorrono, certo, ma con un ritmo diverso, più incerto. C’è chi si guarda intorno con sospetto, chi commenta sottovoce nei bar e chi, più semplicemente, ha smesso di fare domande. Troppo spesso le risposte sono vaghe, fumose, oppure… non arrivano proprio.

Lungo le strade che tagliano la campagna si respira un’ansia strana. Le famiglie iniziano a organizzarsi diversamente, alcune abitudini si stanno spezzando. Un cambiamento c’è, lo si capisce da piccoli segnali: una fontanella che resta a secco, un serbatoio che si svuota prima del previsto.

Si ha l’impressione che stia per accadere qualcosa. Ma non si capisce bene cosa, o meglio: in pochi vogliono dirlo apertamente. Forse per paura, forse per non ammettere che la situazione è già sfuggita di mano. E così, si resta in attesa. Con una strana sensazione addosso, difficile da spiegare, ma impossibile da ignorare.

Malumori che crescono e parole che pesano

Negli ultimi tempi, chi lavora la terra ha cominciato a farsi sentire — e anche con una certa forza. Gli agricoltori non ci stanno più. Si sentono lasciati soli, messi da parte, mentre i problemi diventano sempre più concreti. E no, non si tratta solo di numeri o raccolti: è in gioco la loro sopravvivenza, la possibilità stessa di continuare a vivere e lavorare lì, dove sono nati.

Alcuni, ormai esasperati, hanno cominciato a chiedere un cambio netto nella gestione. Chiedono che chi ha avuto in mano il controllo delle risorse faccia un passo indietro. E quando si arriva a invocare le dimissioni, vuol dire che la fiducia è crollata. O forse, a dire il vero, non c’era già più da un bel pezzo.

Rubinetto (Pixabay foto) - www.marinecue.it
Rubinetto (Pixabay foto) – www.marinecue.it

Ecco cosa sta succedendo

Sì, perché il punto è questo: come riporta AntennaSud, in Basilicata si sta vivendo una vera e propria crisi idrica. E non è una parola scelta a caso. In diversi comuni della regione, già da settimane, l’acqua viene sospesa nelle ore serali. La gente deve fare i conti con rubinetti asciutti e docce rimandate. Un disagio che comincia a pesare sul serio, anche nella vita di tutti i giorni.

Ma il grido più forte arriva da chi lavora nei campi. Gli agricoltori, ormai stremati, vedono i raccolti a rischio e le scorte che si assottigliano. Il danno non è solo immediato — è un colpo lungo, che potrebbe mettere in ginocchio interi comparti produttivi. Per questo, molti di loro hanno deciso di alzare la voce. Le dimissioni degli attuali responsabili della gestione idrica sono diventate una richiesta esplicita. Una mossa che lascia poco spazio ai dubbi: la misura è colma. E tanti sperano anche nell’intervento e nell’aiuto del governo.