Il Dracula del mare: si nutre col sangue degli altri pesci | Occhio a non farti beccare

Pesci insoliti

Il dracula del mare (Canva) - marinecue.it

Uno dei pesci più particolari del mare, è in realtà conosciuto proprio come il “Dracula del mare. Poiché si nutre di sangue umano.

Il mare esercita, da sempre, un fascino misterioso, ma anche un timore profondo. Tanto che gli abissi, in particolare, rappresentano l’ignoto allo stato puro: ovvero, luoghi oscuri, silenziosi e inaccessibili, dove la luce scompare, e la mente umana fatica a immaginare cosa vi si nasconda. Una paura, questa, non solo fisica, ma anche psicologica; che nasce dal confronto con ciò che non possiamo vedere, né controllare. Essendo quindi una sensazione che tocca l’inconscio, e risveglia istinti primordiali.

L’idea di profondità infinita, suscita vertigine, come se il mare potesse davvero inghiottire tutto; compresa la nostra sicurezza. Gli abissi, non a caso, evocano la perdita di orientamento, il silenzio assoluto, e la sensazione di esser minuscoli di fronte alla vastità del pianeta.

Eppure, ciò nonostante, proprio questo terrore nasconde anche una forma di attrazione. Dal momento che molti sub e ricercatori, si spingono oltre la paura, esattamente per esplorare quei mondi sconosciuti, dove la vita assume forme sorprendenti.

Temere il mare profondo, in altre parole, significa riconoscere i nostri limiti. Essendo un dialogo silenzioso con l’ignoto che ci circonda, e che a volte abita anche dentro di noi.

Le caratteristiche delle lamprede

L’ordine “Petromyzontiformes”, comprende vertebrati acquatici privi di mandibole, noti comunemente come lamprede o petromizonti. Trattandosi di animali dal corpo allungato e cilindrico, simile a quello di un’anguilla, con una pelle viscida e ricca di cellule mucipare. Presentanti pinne impari — due dorsali e una ventrale —, e uno scheletro completamente cartilagineo; semplice nella struttura, ma funzionale alla loro forma serpentiforme. Come riportato da wikipedia.it, organismi che rappresentano quindi un affascinante esempio di vertebrati primitivi.

Gli occhi delle lamprede, gli consentono solo la messa a fuoco; mentre la bocca, di forma circolare, è dotata di denti cornei rinnovabili. Sette tasche branchiali, si allineano su ciascun lato del corpo, garantendo la respirazione attraverso un sistema che comunica sia con l’esterno, che con la faringe. Il loro cuore, possiede tre cavità: seno venoso, atrio e ventricolo; e il sangue, ricco di globuli rossi nucleati, scorre in un sistema circolatorio semplice, ma efficiente.

Un pesce alquanto singolare
La lampreda (Canva) – marinecue.it

Alimentazione e comportamento

Le lamprede, comunque, si nutrono principalmente di sangue o di materiale organico. Le specie parassite, si attaccano ai pesci tramite una ventosa orale, raschiando la carne con la lingua, e secernendo una saliva anticoagulante che facilita la suzione. Sebbene, poi, non tutte siano ectoparassite. Le larve, ad esempio, vivono infossate nel fango, e si nutrono di microrganismi. Facendo sì che la metamorfosi da larva ad adulto, possa quindi durare diversi anni.

Alcune specie di lamprede, vivono in acque dolci; mentre altre, migrano dal mare ai fiumi, appositamente per riprodursi. Completando un ciclo vitale che si conclude, perciò, con un’unica riproduzione. Le cui uova oloblastiche, danno origine a larve dal corpo traslucido, e con bocca priva di denti. Una volta adulte, le lamprede risultano commestibili, ma solo dopo la cottura, poiché il calore neutralizza il veleno presente nel loro sangue, particolarmente tossico per il sistema nervoso.