È iniziata la 41ª spedizione italiana in Antartide: clima, ghiacci e biodiversità sotto osservazione

Illustrazione di una missione in Antartide (canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di una missione in Antartide (canva FOTO) - marinecue.it

Questa nuova missione è appena incominciata, sono tanti i ricercatori italiani che studieranno l’Antartide nei prossimi mesi.

Quando in Italia si comincia a pensare al cambio armadio e alle prime giornate fredde, c’è un gruppo piuttosto consistente di ricercatori, tecnici e personale specializzato che sta invece facendo rotta verso uno dei luoghi più estremi del pianeta. È partita infatti la 41ª spedizione italiana in Antartide, un’operazione scientifica che, anche quest’anno, coinvolgerà circa duecento persone impegnate nello studio del clima, dei ghiacci, della biodiversità e di parecchi altri aspetti.

Il primo nucleo della missione è già arrivato alla base Mario Zucchelli, la sede costiera che si affaccia sul Mare di Ross. Come ogni stagione, appena si atterra non c’è tempo per guardarsi intorno: si riapre la struttura, si controllano gli impianti sopravvissuti all’inverno e si valuta lo stato del ghiaccio marino, che in poche settimane dovrà trasformarsi in una pista d’atterraggio provvisoria per i voli militari. 

Nel frattempo, molto più a nord, la rompighiaccio Laura Bassi ha già lasciato Trieste ed è in viaggio da settimane. Attraversato l’Atlantico, superato il Canale di Panama, direzione Nuova Zelanda: una rotta da quasi 50 giorni di navigazione.

Oltre alle basi italiane, ci saranno anche progetti in collaborazione con istituti francesi, europei e perfino con l’Agenzia Spaziale Europea. L’Antartide resta un osservatorio naturale unico: è lì che si va per capire il clima di domani scavando nel ghiaccio di ieri, e in certi casi di oltre un milione di anni fa.

Una nuova missione

Come riportato dal comunicato stampa del CNR, In questa prima fase, l’attenzione è tutta sul ripristino operativo delle strutture e sulla logistica. La Mario Zucchelli è tornata attiva dopo mesi di chiusura, mentre la base interna Concordia si prepara a ricevere il nuovo gruppo che trascorrerà nove mesi in isolamento nel cuore del continente, dove l’inverno significa buio totale e temperature bassissime. Si parla di decine di gradi sotto lo zero.

Parallelamente, a 35 chilometri da Concordia, verrà riaperto anche il campo remoto di Little Dome C per l’ultima stagione di perforazione del progetto “Beyond Epica – Oldest Ice”. Qui si estraggono carote di ghiaccio che contengono informazioni climatiche antichissime. Un lavoro lento, quasi “artigianale”, che però permette di osservare la storia dell’atmosfera terrestre con una profondità temporale impossibile da ottenere in qualunque altro luogo.

Illustrazione di un paesaggio antartico (Canva - marinecue.it)
Illustrazione di un paesaggio antartico (Canva FOTO) – marinecue.it

Qualche dettaglio in più

La spedizione fa parte del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e realizzato da tre enti principali: il CNR, responsabile del coordinamento scientifico, ENEA, che gestisce la logistica delle basi, e l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), incaricato della nave Laura Bassi. Complessivamente, la missione coinvolge circa 200 tra ricercatori, ricercatrici e tecnici attivi in progetti di glaciologia, geologia, climatologia, biodiversità, oceanografia, astronomia e geofisica, distribuiti tra la base Mario Zucchelli, la stazione italo-francese Concordia e la rompighiaccio.

Alla Mario Zucchelli opereranno 114 persone impegnate in 14 progetti scientifici e osservatori permanenti; a Concordia saranno avviati circa 39 progetti con 80 partecipanti, tra cui la squadra del “winterover”, composta da 12 membri, che trascorreranno l’intero inverno polare in isolamento. Il campo di Little Dome C ospiterà l’ultima fase del progetto europeo “Beyond Epica – Oldest Ice”.