Spugne di mare, non immagini da dove arrivano quelle che usi per i bambini | La tradizione secolare di padre in figlio
Spugne di mare in commercio (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Dietro ogni spugna naturale si nasconde una storia antica, fatta di mare, tradizione e generazioni che non si sono mai fermate.
Chissà quante volte l’hai usata, quella spugna morbidissima per lavare il tuo bambino. Sembra una cosa semplice, un gesto tenero e quotidiano. Eppure, se solo sapessi da dove arriva davvero quella spugna… beh, forse la guarderesti con altri occhi. Dietro quell’oggetto all’apparenza banale, si nasconde una storia lunga, salata e piena di vita.
In un mondo dove tutto è veloce e prodotto in serie, stupisce sapere che certe cose esistono ancora grazie alle mani. Sì, proprio quelle mani che si tuffano nel mare e tirano su qualcosa che la natura ha modellato in anni. Le spugne vere, quelle naturali, non c’entrano nulla con quelle sintetiche del supermercato. Vengono da lontano, raccolte una per una, e ognuna ha il suo perché.
E pensa che quel piccolo oggetto che usi in bagno ha alle spalle intere generazioni. Ci sono famiglie che da secoli vivono di questo lavoro, che si passano i segreti della raccolta come si fa con una ricetta di famiglia. Non è solo pesca, è un modo di vivere, di sentire il mare. E anche se oggi le spugne fanno parte della routine quotidiana, il loro viaggio rimane un mistero per quasi tutti.
Ecco, la prossima volta che ne prendi una in mano, magari proprio durante il bagnetto del tuo bimbo, ricorda che non è solo un oggetto utile: è un frammento di mondo. Un piccolo pezzo di Mediterraneo, di storia e di tradizione. Cioè, scusa se è poco.
Un mestiere antico
Sull’isola di Calimno, in Grecia, la pesca delle spugne è più di un mestiere. È un’identità. Una cosa che ti porti addosso, che impari osservando tuo padre, tuo nonno, e prima ancora chi è sceso in mare prima di te. Da metà Ottocento, questa attività ha dato da vivere a intere comunità del Dodecaneso. Ma è proprio a Calimno che questa tradizione ha trovato casa.
Come riporta Euronews, c’è ancora chi si tuffa ogni giorno per raccogliere le spugne. I giovani non stanno lasciando morire la tradizione, anzi: la stanno portando avanti con orgoglio. Le spugne vengono pescate, lavorate con cura e poi spedite ovunque, dalla Cina alla Germania. Non è solo business: è qualcosa di più personale, più radicato.

Il vero viaggio inizia sott’acqua
Sai quella spugna che usi senza pensarci troppo? Ecco, magari arriva proprio da lì. Dalle mani di un subacqueo che si è calato in fondo al mare, come si fa da secoli. Un tempo, le spedizioni duravano mesi. I pescatori partivano con provviste, preghiere e strumenti fatti a mano. Era un’avventura lunga e faticosa, ma era la loro vita.
Oggi è tutto più moderno, certo, ma la sostanza non cambia. Gli strumenti sono diversi – tute leggere, compressori, persino una scuola per immersioni – ma lo spirito resta. A Calimno c’è la Scuola statale di immersione, unica in Grecia, dove i pescatori ottengono un diploma. E poi c’è la sfida nuova, quella dei cambiamenti climatici. Che impone di pescare con attenzione, senza distruggere. Tagliare, non strappare. Perché, come dice uno dei pescatori, “così ricresce e l’anno dopo ci torniamo”. E forse anche tuo figlio, tra qualche anno, userà quella stessa spugna.
