Rischio aumentato di terremoti e tsunami | Allerta lanciata dagli scienziati: i movimenti sono sempre più preoccupanti

Illustrazione di un terremoto (Canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di un terremoto (Canva FOTO) - marinecue.it

Purtroppo sta aumentando il rischio di maremoti e di terremoti, e la situazione non va assolutamente sottovalutata!

I terremoti sono scosse improvvise della crosta terrestre causate dal movimento delle placche tettoniche. Quando l’energia accumulata nel sottosuolo supera un certo limite, viene rilasciata in pochi secondi sotto forma di vibrazioni che possono far tremare il terreno.

La loro forza si misura in magnitudo, mentre gli effetti vengono valutati in base ai danni visibili. Non tutti i terremoti raggiungono la superficie con la stessa potenza: molti avvengono in profondità e passano inosservati, altri invece scuotono le vite umane in pochi istanti.

Quando un sisma si verifica sotto il fondale oceanico, può spingere enormi masse d’acqua e generare un maremoto, o tsunami. In questo caso l’onda non è alta in mare aperto, ma diventa gigantesca quando si avvicina alla costa, trasformandosi in una forza d’impatto capace di invadere la terraferma per chilometri.

Terremoti e maremoti non sono eventi rari, ma fenomeni naturali costanti del pianeta. La differenza la fa la preparazione: sistemi di allerta, edifici antisismici e piani di evacuazione possono ridurre enormemente i danni.

Una situazione particolare

A volte si immagina il fondale oceanico come una distesa silenziosa, quasi immobile, dove l’unico movimento sia quello delle correnti o dei pesci che passano. Invece, sotto quel buio permanente, la Terra continua a spingere, spezzarsi, ricomporsi come un enorme puzzle geologico. È una scena che non si vede, ma che continua a modellare il pianeta pezzo dopo pezzo, lentamente… finché qualcosa non cede.

Ed è curioso pensare che certe fratture, che si associano di solito ai terremoti sulla terraferma, abbiano origine proprio laggiù, sul fondo degli oceani. Le placche non si spezzano in un attimo, ma si crepano, si dividono, si formano nuovi blocchi che prima non esistevano. È un processo quasi “silenzioso”, ma con conseguenze tutt’altro che tranquille. 

Illustrazione di un maremoto (Canva Foto) -marinecue.it
Illustrazione di un maremoto (Canva Foto) -marinecue.it

Cosa sta succedendo realmente?

Come riportato da Gala immobiliare, un gruppo di ricercatori della Louisiana State University ha documentato per la prima volta la rottura progressiva di una placca tettonica sotto l’Oceano Pacifico, vicino all’isola di Vancouver, all’interno della zona di subduzione di Cascadia. Le placche coinvolte sono la Juan de Fuca e la Explorer.

L’osservazione è stata possibile grazie a una rete di sensori sottomarini, registrazioni sismiche e immagini acustiche del fondale, che hanno mostrato come la placca si stia dividendo in porzioni più piccole, con una frattura verticale profonda fino a 5 km. Lo studio rivela che la rottura non avviene con un’unica spaccatura improvvisa, ma in fasi, creando micro-placche e zone di disaccoppiamento tra le rocce.