La battaglia di Trafalgar fu combattuta altro che da Francia e Inghilterra | Gli Stati italiani si contesero il dominio dei mari

Una battaglia storica

Un contributo trascurato (Canva) - marinecue.it

Quel che ci racconta la storia, non sempre è la reale verità. Tanto che ci si è dimenticati di una delle battaglie più famose della storia.

Il mondo che ci circonda è un mosaico di meraviglie e segreti, intreccio di eventi e fenomeni che l’uomo, nonostante i progressi scientifici, non è ancora riuscito a comprendere pienamente. Dalle profondità degli oceani, fino alle distese dello spazio, ogni angolo del nostro pianeta sembra infatti custodire, enigmi ancora irrisolti.

Esistendo luoghi in cui le leggi della natura, sembrano vacillare; come il Triangolo delle Bermuda, o le misteriose piramidi egizie, continuando appunto a suscitare teorie e interrogativi. Fenomeni inspiegabili, antiche civiltà scomparse, e presunti contatti extraterrestri, che alimentano da secoli la curiosità e il fascino del mistero.

La scienza, in tal senso, prova a fornire risposte, ma spesso incontra limiti che lasciano spazio all’immaginazione e al mito. Ed è proprio questo confine incerto fra realtà e leggenda, a rendere i misteri del mondo così irresistibili.

E forse, dopotutto, parte della magia sta proprio nel non sapere ogni cosa.

Gli italiani a Trafalgar: un contributo dimenticato

Il 21 ottobre 1805, nelle acque di Capo Trafalgar, la flotta inglese guidata da Horatio Nelson, affrontò quella franco-spagnola, in una delle battaglie navali più celebri della storia. Scontro epocale che sancì la supremazia inglese, fino alla Seconda guerra mondiale, e a cui presero parte anche oltre 300 italiani provenienti da regioni diverse; come: Liguria, Toscana, Piemonte, Lombardia, Napoli, Sardegna, Venezia, Puglia e Sicilia. La cui presenza divisa fra i due schieramenti, testimonia il coinvolgimento di marinai italiani; e sia sulle navi francesi, che su quelle britanniche, nonostante alcuni storici parlino ancora di leggenda.

Nelson, al comando dell’HMS Victory, mise in atto un’ardita strategia che rimarrà nella storia, come “Il tocco di Nelson”: ovvero, sostituì la formazione a tre colonne con due parallele, esponendo sì l’ammiraglia al fuoco nemico, massimizzando però l’efficacia dell’artiglieria. In cinque ore di combattimenti, la flotta franco-spagnola subì, quindi, pesanti perdite: 22 navi affondate o catturate, inclusa l’ammiraglia Bucentaure; mentre gli inglesi, non persero alcuna nave. E l’ammiraglio Nelson, colpito mortalmente durante la battaglia, ricevette comunque la notizia della vittoria, prima di spirare.

Con il contributo degli italiani
Battaglia di Trafalgar (Canva) – marinecue.it

Divisioni italiane, e scelte individuali

Gli italiani, nello specifico, parteciparono in ordine sparso. Liguri e piemontesi (in maggioranza), con i francesi; napoletani e siciliani, con Nelson. Anche i documenti conservati ai National Archives di Londra, confermano la presenza di marinai italiani, smentendo perciò l’idea che la Royal Navy non arruolasse stranieri. La cui scelta rifletteva appunto le divisioni politiche dell’Italia preunitaria, e la partecipazione volontaria legata alla coscrizione napoleonica, e all’influenza delle idee rivoluzionarie.

Secondo studi dettagliati, come riportato da agi.it, 306 italiani combatterono a Trafalgar, equamente divisi fra i due schieramenti. Partecipazione la quale, seppur spesso trascurata nei resoconti tradizionali, rimane comunque una testimonianza del ruolo cruciale dei marinai italiani, in un momento decisivo della storia navale europea, sospeso fra realtà documentata e mito patriottico.