Mediterraneo, scoperta archeologica senza eguali | Un relitto riemerge dopo secoli: intatto e pieno di tesori

Illustrazione di un relitto (Canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di un relitto (Canva FOTO) - marinecue.it

Questo antichissimo relitto riemerge dopo tanto tempo, e con un sacco di informazioni interessanti. La scoperta è importantissima!

Il Mediterraneo è un vero scrigno di storia. Sotto le sue acque e lungo le sue coste continuano a emergere resti che raccontano migliaia di anni di civiltà intrecciate: fenici, greci, romani, arabi, bizantini. 

Negli ultimi anni, grazie alle tecnologie subacquee e alla datazione avanzata, il ritmo delle scoperte è aumentato. Navi mercantili romane perfettamente conservate, mosaici sommersi, città perdute come quelle di Heracleion in Egitto o Pavlopetri in Grecia stanno riscrivendo la geografia dell’antichità.

Queste scoperte non sono solo meraviglie del passato, ma anche strumenti per comprendere il presente. Analizzando resti di ceramiche, anfore e strutture portuali, gli archeologi ricostruiscono rotte commerciali, cambiamenti climatici e relazioni culturali tra popoli lontani.

Il Mediterraneo, insomma, resta una memoria viva. Ogni immersione o scavo è come una finestra aperta su un mondo che continua a parlarci, ricordandoci che la nostra storia comune è nascosta proprio sotto le onde.

Tesori del mare

Ogni tanto il mare decide di restituire un frammento del suo passato, come se volesse ricordare che sotto la superficie non ci sono solo pesci e correnti, ma storie. E il Mediterraneo, da questo punto di vista, è una specie di archivio vivente: da secoli nasconde e protegge relitti, anfore, porti scomparsi. 

In fondo, si tratta sempre dello stesso fascino: quello di toccare qualcosa che ha attraversato i secoli e che, nonostante tutto, è rimasto lì, in silenzio. Il mare siciliano, in particolare, è una miniera per chi si occupa di archeologia subacquea. Le correnti, la morfologia dei fondali e il traffico commerciale dell’antichità fanno sì che ogni missione possa trasformarsi in un viaggio nel tempo.

Illustrazione di un relitto in fondo al mare (Canva foto) - marinecue.it
Illustrazione di un relitto in fondo al mare (Canva foto) – marinecue.it

Una scoperta interessante

Come riportato da TP24, è successo di recente al largo di Santa Maria del Focallo, nel territorio di Ispica, dove a circa sei metri di profondità è stato individuato un relitto che risale al VI–V secolo a.C.. La nave, costruita con la tecnica “su guscio” (con tavole del fasciame unite tramite tenoni e mortase), mostra un livello sorprendente di abilità artigianale per l’epoca.

Accanto allo scafo, i ricercatori hanno trovato quattro ancore litiche preistoriche e due in ferro, segno che quel tratto di costa è stato frequentato per oltre un millennio. La scoperta rientra nel Kaukana Project, un’iniziativa congiunta tra l’Università di Udine e la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, pensata per ricostruire i paesaggi costieri sommersi tra Ispica, Kaukana e Kamarina.