Questa specie è uno dei predatori più pericolosi per l’uomo | Non farti ingannare dal nome: il pomodoro ti ustiona gravemente

Illustrazione di alcuni pomodori (Canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di alcuni pomodori (Canva FOTO) - marinecue.it

Questa specie è potenzialmente pericolosa, ed è meglio prestare molta attenzione. Il nome inganna, il suo aspetto pure.

Nel regno animale, il concetto di “specie pericolosa” è relativo. Non sempre dipende dalla forza o dalle dimensioni: a volte basta una goccia di veleno o una zanna ben piazzata per rendere un animale letale. 

Tra le più note troviamo serpenti come il taipan dell’interno, capace di uccidere in pochi minuti, o meduse come la cubomedusa australiana, il cui veleno può fermare il cuore di un adulto. Anche piccoli esseri, come certe rane sudamericane, portano tossine in grado di uccidere dieci uomini.

Ma “pericoloso” non significa “malvagio”: ogni specie agisce per sopravvivere, non per aggredire. Gli attacchi agli esseri umani sono quasi sempre difensivi o frutto di equivoci, come nel caso degli squali, spesso demonizzati.

Capire questi animali significa rispettarli. Conoscere il loro comportamento e i loro habitat ci permette di convivere in sicurezza, ricordando che l’uomo, in fondo, resta la specie più pericolosa per l’equilibrio del pianeta.

Un piccolo mistero tra le onde

Sulle scogliere, quando l’acqua si ritira e lascia scoperti ciottoli e conchiglie, capita di vedere qualcosa di curioso: piccole sfere rosse, lucide come frutti maturi, attaccate alle rocce. Sembrano innocue, persino decorative. Eppure, basta avvicinarsi per notare che non sono affatto piante, ma organismi vivi, pronti a reagire al minimo tocco. 

È solo allora che si rivela la loro vera natura: non frutti, ma anemoni di mare. La specie si chiama Actinia equina, anche nota come “pomodoro di mare”. Vive tra il Nord Atlantico e il Mediterraneo, dove si aggrappa alle rocce della zona intertidale. È una creatura sorprendente, capace di vivere tanto immersa quanto completamente all’asciutto, richiudendosi su sé stessa in una perfetta sfera rossa per proteggersi.

Illustrazione di un esemplare di Actinia equina (Canva FOTO) - marinecue.it
Illustrazione di un esemplare di Actinia equina (Canva FOTO) – marinecue.it

Vita segreta e adattamenti

Come riportato da Animal Diversity Web, l’Actinia equina è molto più complessa di quanto sembri. È un’anemone solitario, ma con una vita sorprendentemente vivace: è l’unica della sua specie a “covare” i propri piccoli, una forma di riproduzione vivipara insolita per un invertebrato. Le larve, una volta nate, vagano brevemente nel mare prima di trovare rifugio dentro un’altra anemone, che le espelle quando sono pronte ad affrontare il mondo da sole. 

Dotata di tentacoli urticanti e cellule velenose chiamate cnidocisti, cattura prede come molluschi, crostacei o piccoli invertebrati, paralizzandoli con tossine potenti come l’equinatossina. È aggressiva solo se provocata: in caso di pericolo si gonfia, si ritira o si stacca dalla roccia per sfuggire ai predatori, come il nudibranco Aeolidia papillosa, uno dei pochi a nutrirsi di lei senza subirne il veleno. Alcuni studi hanno mostrato che le sue cellule contengono composti antibatterici potenzialmente utili alla medicina, anche se un contatto diretto può causare bruciore o dolore.