Enorme tesoro romano ritrovato in Adriatico | Una nave ancora intatta il cui carico vale una cifra inestimabile

Custodito dal mare

Enorme tesoro ritrovato nell'Adriatico (Canva) - marinecue.it

Un tesoro di inestimabile valore è stato ritrovato nel Mar Adriatico, probabilmente inerente a una nave rimasta intatta.

Gli oceani e i mari del mondo, custodiscono migliaia di relitti di navi, testimoni silenziosi di viaggi, commerci, e battaglie passate. Tanto che molti di questi naufragi, giacciono appunto a profondità considerevoli, lontani dalla vista e dall’esplorazione diretta dell’uomo.

Ogni relitto, di suo, racconta una storia unica, poiché: alcune navi affondarono per tempeste improvvise; altre, durante conflitti bellici, o incidenti commerciali. Siti sommersi i quali rappresentano una vera e propria cronaca del passato, cristallizzata sotto metri d’acqua e sedimentazioni marine.

Raggiungere e studiare questi relitti, non è comunque semplice, dato che le profondità estreme richiedono tecnologie avanzate, come sommergibili e robot subacquei, per mappare e preservare ciò che rimane intatto, dopo decenni o secoli d’immersione.

D’altronde, i relitti non son solo reperti storici, ma ospitano ecosistemi marini, e diventano rifugi per numerose specie. La cui scoperta e protezione, permette di coniugare archeologia, scienza, e tutela dell’ambiente, trasformando i fondali in musei sommersi di straordinario valore.

Un tesoro sommerso

Un’antica nave romana, affondata circa 2 mila anni fa, è stata di recente scoperta al largo della costa dalmata in Croazia, vicino al villaggio di Sukošan, a poche miglia a sud di Zara (rinomata zona turistica). I subacquei, dopo aver individuato nel 2020 un’antica tavola con un chiodo di metallo, hanno finalmente rivelato l’intero relitto di 13 metri di lunghezza, e 3,5 metri di larghezza, incredibilmente ben conservato. Mentre a bordo, i ricercatori hanno trovato anche un carico di monete antiche, fra cui alcune con l’effigie dell’imperatore Traiano, confermando l’importanza storica del ritrovamento.

Secondo il “Centro internazionale di archeologia subacquea”, la nave affondò probabilmente a causa di una tempesta. Il direttore Mladen Pešić, ha spiegato che era attraccata nel porto di Barbir, quando le corde potrebbero essersi spezzate, provocando quindi l’impatto della chiglia contro la riva, e il successivo naufragio. I danni alla poppa, e gli elementi rotti, suggeriscono che i proprietari avessero deciso di abbandonarla sul fondo, lasciandola conservare quasi intatta, per secoli.

Una nave romana
Un relitto ben conservato (Canva) – marinecue.it

Carico e costruzione

La nave, nello specifico, era progettata per trasportare carichi pesanti, su medie e lunghe distanze, come dimostrato dai frammenti di ceramica, vetro, e soprattutto le olive trovate a bordo (probabilmente destinate alla lavorazione o alla vendita). Molti elementi strutturali della nave, fra cui chiglia, assi e telai, son sorprendentemente ben conservati, tanto da sembrare appena scolpiti, offrendo dunque preziose informazioni sulle tecniche di costruzione navale romana.

Il relitto, quindi, sarà protetto in loco con una membrana geotessile, e sepolto nella sabbia per preservarne l’integrità. Essendone prevista, come riportato sul sito thesun.co.uk, anche una ricostruzione in scala 1:10, per permettere al pubblico di visualizzare la nave com’era in epoca romana. Lo scavo è stato realizzato da un team internazionale di esperti provenienti da Croazia, Francia, Polonia, Germania e Regno Unito, rendendo in altre parole la scoperta, un vero e proprio disegno scientifico globale.