Illustrazione della prua di una nave (Canva FOTO) - marinecue.it
Ci sono novità nel mondo dei trasporti. E la prossima via potrebbe essere quella artica, in mezzo ai ghiacci.
Non capita spesso di leggere che una nave cargo abbia tagliato in due i tempi di viaggio tra la Cina e l’Europa. Eppure è successo davvero. Una portacontainer cinese, la Istanbul Bridge, è riuscita a completare un percorso attraverso le acque gelide dell’Artico, arrivando fino al porto britannico di Felixstowe. Una traversata che, secondo quanto riportato da Xinhua, rappresenta una piccola rivoluzione nei trasporti marittimi.
L’idea di usare il Nord come scorciatoia non è nuova, ma finora è sempre rimasta più un sogno che una rotta commerciale stabile. Adesso però, complice lo scioglimento dei ghiacci dovuto al riscaldamento globale, questa via “polare” comincia a essere davvero percorribile. E non si parla di esperimenti isolati: Pechino guarda sempre più seriamente al Mar Glaciale Artico come a un corridoio strategico per i propri scambi con l’Europa.
Certo, dietro l’impresa c’è anche un contesto economico ben preciso. Mentre la Cina continua a fronteggiare tensioni commerciali con gli Stati Uniti, il suo principale mercato di sbocco, si sta muovendo per rafforzare i legami con l’Unione Europea. Una mossa pragmatica, quasi inevitabile, se si pensa a quanto l’economia cinese dipenda ancora dalle esportazioni.
È curioso pensare come una rotta un tempo considerata impraticabile possa oggi ridisegnare le mappe del commercio mondiale. Ci sono però anche delle incognite: il clima artico non è mai prevedibile, e ciò che oggi appare un vantaggio potrebbe diventare, domani, un azzardo logistico.
Come riportato da un comunicato stampa Xinhua, a Istanbul Bridge era partita dal porto cinese di Zhoushan, carica di circa 4.000 container pieni di veicoli elettrici e pannelli solari diretti in Europa. Dopo una traversata di venti giorni, è riuscita comunque a tagliare i tempi rispetto alle tradizionali rotte via Canale di Suez o Capo di Buona Speranza. Normalmente, un viaggio del genere richiede un mese e mezzo almeno: in pratica, la metà del tempo è stata risparmiata.
La nave è gestita dalla compagnia Sea Legend, controllata dalla Cina, e dopo la tappa britannica proseguirà verso Germania, Polonia e Paesi Bassi. Secondo Reuters, l’obiettivo è testare la fattibilità commerciale di questa nuova rotta, che corre interamente attraverso acque artiche, dentro la zona economica esclusiva russa. In fondo, l’idea di Pechino è chiara: trovare alternative più rapide e meno dipendenti dagli stretti marittimi.
Il lato affascinante, e allo stesso tempo inquietante, di tutta questa storia è che l’Artico sta diventando navigabile proprio a causa del riscaldamento globale. Negli ultimi quarant’anni, la regione si è scaldata circa quattro volte più velocemente rispetto alla media del pianeta, riducendo drasticamente la copertura di ghiaccio e aprendo finestre stagionali sempre più ampie per la navigazione. È uno di quei paradossi moderni: una crisi ambientale che finisce per creare nuove opportunità economiche.
Nel frattempo, i dati doganali cinesi mostrano un quadro coerente con la strategia di Pechino. A settembre, come riportato dal comunicato stampa dello Xinhua, le esportazioni verso l’Europa sono aumentate del 14% su base annua, mentre quelle verso gli Stati Uniti sono crollate del 27%. Un divario che dice molto sulla direzione che il commercio cinese sta prendendo.
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