Una specie quasi indistruttibile sta per estinguersi per colpa dell’uomo | Eppure non mangia mai e spravvive a 400°C
Lumaca in estinzione (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
L’uomo sta causando anche l’estinzione di questa specie che sembrava resistere ad ogni forma di stress e condizioni.
Le specie in via d’estinzione rappresentano una delle più grandi emergenze ambientali del nostro tempo. Ogni anno, centinaia di animali e piante scompaiono a causa delle attività umane, come la deforestazione, l’inquinamento, la caccia illegale e il cambiamento climatico.
Questo fenomeno non solo impoverisce la biodiversità del pianeta, ma rompe anche l’equilibrio naturale che permette la vita sulla Terra. Ogni specie, anche la più piccola, ha un ruolo fondamentale nell’ecosistema: la scomparsa di una può influenzare negativamente molte altre.
Tra le specie più minacciate troviamo la tigre, il rinoceronte, l’orso polare e il panda gigante, ma anche animali meno conosciuti come gli anfibi tropicali e gli insetti impollinatori. Le cause del loro declino sono spesso legate alle azioni dell’uomo: l’espansione agricola e urbana distrugge gli habitat naturali, mentre l’aumento delle temperature altera i cicli vitali di molte specie. Per questo, la protezione degli ambienti naturali è diventata una priorità globale.
Grazie agli sforzi di molte organizzazioni e progetti internazionali, alcune specie sono riuscite a salvarsi dall’estinzione, come il bisonte europeo e il condor della California. Le aree protette, la riproduzione in cattività e le campagne di sensibilizzazione stanno contribuendo a mantenere viva la speranza.
Garantire un futuro
Ma per garantire un futuro al nostro pianeta, serve un impegno collettivo: solo rispettando e proteggendo la natura potremo assicurare la sopravvivenza non solo delle altre specie, ma anche della nostra. La tecnologia sta diventando un alleato sempre più importante nella lotta contro l’estinzione.
Grazie all’uso di droni, sensori satellitari e intelligenza artificiale, oggi è possibile monitorare gli animali nei loro habitat naturali, individuare bracconieri e raccogliere dati essenziali per la conservazione. Anche la biologia molecolare offre nuove possibilità: la clonazione e la conservazione del DNA potrebbero un giorno permettere la reintroduzione di specie estinte o il rafforzamento genetico di quelle in pericolo.

Una specie indistruttibile
Come riporta sfpdentalserviceversilia.it, la lumaca vulcanica, o Chrysomallon squamiferum, è una delle creature più straordinarie mai scoperte negli abissi oceanici. Vive a oltre 2.400 metri di profondità, nelle zone dove l’acqua geotermica sprigiona calore fino a 400 gradi centigradi, un ambiente che sarebbe letale per la maggior parte delle forme di vita.
Eppure, questa lumaca non solo resiste, ma prospera, grazie a una corazza naturale fatta di solfuro di ferro — un vero e proprio guscio metallico che le ha valso il soprannome di “pangolino di mare”. È l’unico animale conosciuto ad avere incorporato il ferro nel proprio scheletro, rendendolo un caso unico nel mondo naturale e un potenziale modello per la ricerca sui materiali ultrarresistenti.
