Per gli Oceani è completamente finita | Abbiamo raggiunto il punto di non ritorno: dobbiamo salutare perfino le cozze

Allarme oceano (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Molte specie marine oceaniche rischiano moltissimo l’estinzione. Ecco cosa sta accadendo e come si può agire.
Gli animali marini che rischiano l’estinzione rappresentano uno dei drammi più gravi e silenziosi del nostro tempo. Gli oceani, che coprono oltre il 70% della superficie terrestre, ospitano milioni di specie diverse, molte delle quali sono oggi in pericolo a causa dell’attività umana.
La pesca eccessiva, l’inquinamento da plastica, il riscaldamento globale e la distruzione degli habitat costieri stanno riducendo drasticamente le popolazioni di animali marini come tartarughe, balene, squali e coralli. Queste creature, essenziali per l’equilibrio degli ecosistemi marini, rischiano di scomparire nel silenzio delle acque profonde.
Uno degli esempi più emblematici è quello delle tartarughe marine, presenti sulla Terra da più di 100 milioni di anni. Oggi, tutte le sette specie conosciute sono minacciate: alcune, come la tartaruga liuto, sono considerate in pericolo critico.
Anche i grandi predatori, come gli squali, stanno subendo un declino drammatico — oltre 100 milioni di esemplari vengono uccisi ogni anno, spesso solo per le pinne. La scomparsa di questi animali provocherebbe squilibri enormi nelle catene alimentari oceaniche, alterando la salute complessiva dei mari.
Cambiamento climatico
A questo contribuisce anche il cambiamento climatico, che riscalda le acque e favorisce la distruzione dei coralli, veri e propri “polmoni” dell’oceano. I coralli ospitano un quarto delle specie marine, ma lo sbiancamento dovuto all’aumento delle temperature li sta cancellando a ritmi allarmanti. Senza di loro, molte specie di pesci perderebbero il proprio rifugio e le coste sarebbero più vulnerabili alle tempeste.
Per proteggere gli animali marini dall’estinzione, servono azioni globali concrete: ridurre l’inquinamento, istituire aree marine protette, limitare la pesca industriale e promuovere un’economia più sostenibile. Salvare la vita negli oceani significa, in fondo, salvare anche la nostra: perché la salute del mare è strettamente legata a quella del pianeta e di tutti gli esseri viventi che lo abitano.

Addio cozze
L’acidificazione degli oceani rappresenta oggi una delle minacce più gravi per la vita marina. L’assorbimento di anidride carbonica dall’atmosfera ha ridotto il pH delle acque, rendendole più acide e compromettendo la capacità di molti organismi, come coralli, cozze e piccoli molluschi planctonici, di costruire gusci e scheletri. Questo fenomeno mette a rischio l’intera catena alimentare marina e provoca la perdita di habitat fondamentali, come le barriere coralline, che ospitano migliaia di specie e proteggono le economie costiere.
Gli studi recenti evidenziano che la soglia critica è già stata superata, con effetti irreversibili sulle profondità marine e sugli ecosistemi. Ridurre le emissioni di CO2 è essenziale per fermare il peggioramento, ma servono anche strategie di adattamento mirate: protezione delle specie e salvaguardia delle aree. La sopravvivenza degli oceani dipende dall’azione immediata e coordinata di governi, industrie e cittadini.