Scoperto un nuovo porto dell’Antico Egitto | Ora non ci sono più dubbi: la regina più bella dell’antichità si trova ancora qui

I resti sommersi (Luxor Times - MoTA - facebook screenshot) - www.marinecue.it

I resti sommersi (Luxor Times - MoTA - facebook screenshot) - www.marinecue.it

Una scoperta sotto il Mediterraneo riaccende le ipotesi su un mistero millenario legato alla regina più celebre d’Egitto.

Per anni si è pensato che certi segreti dell’antichità fossero ormai inghiottiti per sempre, spariti sotto strati di terra o sepolti dal tempo. È il caso di alcune scoperte recenti nel Mediterraneo, che stanno facendo girare la testa a più di un archeologo. Non parliamo solo di pietre o anfore, ma di qualcosa che potrebbe riscrivere un pezzo importante della nostra storia antica. O meglio, della sua fine.

La costa egiziana, quella battuta dai venti e un tempo dai commercianti, è un’area già nota per i suoi resti archeologici. Ma c’è ancora molto da scoprire, soprattutto sott’acqua, dove i secoli hanno nascosto e conservato in silenzio. Tra sabbia, alghe e pietre scolpite, ogni frammento può diventare la chiave di un enigma più grande. Ed è proprio lì, tra i detriti sommersi, che qualcosa ha iniziato a emergere.

Il bello – o il difficile – dell’archeologia è che non basta trovare qualcosa: bisogna anche capire cosa si ha davanti. E questo richiede tempo, studio, una certa dose di follia forse. Ma anche intuizione, perché a volte i veri indizi non sono quelli che brillano, ma quelli che sembrano troppo banali per essere importanti. Eppure, basta cambiare prospettiva e un vecchio muro diventa un messaggio in codice. O un porto dimenticato diventa una pista.

Ecco, in questi casi i reperti non sono solo pezzi da museo. Sono come tracce sparse in una caccia al tesoro, dove ogni ritrovamento può collegarsi a leggende, a personaggi mitici, a domande ancora aperte. Quando poi il sito si trova a metà tra un luogo sacro e un punto strategico, allora tutto diventa più interessante. E più complicato. Perché si finisce inevitabilmente per sfiorare teorie che sembravano chiuse da secoli.

Quando il mare restituisce segreti nascosti

Proprio davanti a Taposiris Magna, qualche chilometro dalla costa egiziana, un gruppo guidato dall’archeologa Kathleen Martínez ha identificato i resti sommersi di quello che sembra essere un antico porto. Le immagini subacquee non lasciano molti dubbi: colonne, ancore, enormi blocchi di pietra, anfore antiche… tutte disposte in modo da far pensare a una struttura precisa, non casuale. C’è anche una sezione chiamata “Salam 5” e un’altra soprannominata “le Tre Sorelle”. Nomi curiosi per strutture che potrebbero avere un peso enorme.

Martínez lavora da vent’anni su quest’area e non ha mai mollato l’idea che questo sia un posto speciale. Non solo un tempio dedicato a Iside, ma anche un punto chiave per i commerci, e forse qualcosa di ancora più grande. Con l’aiuto di Bob Ballard, l’esploratore che scoprì il Titanic, è stata mappata un’area di sei miglia piene di resti sommersi. E il quadro che emerge non è quello di una semplice città costiera, ma di un centro vitale, importante. Strategico. E qui arriviamo alla parte davvero intrigante.

Busto di Cleopatra (Wikimedia Commons foto) - www.marinecue.it
Busto di Cleopatra (Wikimedia Commons foto) – www.marinecue.it

Una teoria che torna a farsi strada

Secondo Martínez, Cleopatra non sarebbe stata sepolta ad Alessandria, come molti pensano, ma proprio vicino a questo tempio. I crolli, i terremoti, gli tsunami hanno cambiato tutto, ma non abbastanza da cancellare ogni traccia. E ora che anche un porto è spuntato dalle acque, l’idea che questo sito possa essere stato scelto per nascondere il corpo della regina diventa ancora più plausibile.

Lo ha riportato anche L’Indipendente, citando l’annuncio ufficiale del Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità. Martínez insiste: finché non verrà scavato ogni metro quadrato, nessuno potrà escludere che Cleopatra sia lì. Per lei è solo una questione di tempo. «Non mi fermerò», ha detto.