Antartide, dozzine di enormi bolle di gas stanno spaventando tutti | Conseguenze spiacevoli per tutto il mondo

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Antartide: dozzine di enormi bolle di gas nell’Oceano osservate dai ricercatori. Il fenomeno è da tenere sotto controllo.
L’Antartide: una delle zone più estreme e affascinanti per l’esplorazione del territorio, dove gelo, correnti intense e l’isolamento dal resto del mondo pongono sfide a qualsiasi spedizione.
È ricca di enigmi. Abbiamo affrontato proprio questo “misteriosità” qui su Marinecue, menzionando, ad esempio un articolo del britannico The Sun, sul naufragio della Endurance, la nave condotta da Ernest Shackleton durante la spedizione antartica del 1914.
A breve sveleremo un altro enigma, grazie a un contributo di Fanpage ed un’importante ricerca pubblicata su Science Advances, risalente addirittura al ’74.
Non vogliamo svelare troppo. Ma abbiamo capito che “stare dietro” all’Antartide è un lavoro a parte. E, proprio Fanpage ce lo dice, nei fondali dell’oceano in Antartide i ricercatori avrebbero scoperto di dozzine di nuove emissioni di uno dei gas serra più prodotti al mondo.
Bolle di gas
Scienziati del National Institute of Water and Atmospheric Research (NIWA) in Nuova Zelanda hanno registrato la scoperta di molte nuove fuoriuscite di metano nei fondali marini dell’Antartide, una situazione che sta creando crescente allerta nelle comunità di ricerca. L’analisi, pubblicata su Nature Communication, sottolinea un notevole incremento di questi punti di emissione, noti come “seep” in termini specifici, che consentono al metano e ad altre sostanze chimiche di risalire dal fondo oceanico per mescolarsi con l’acqua, manifestandosi con bolle visibili in superficie.
Lo studio si è focalizzato sul Mare di Ross, zona costiera dell’Antartide dove si svolge il fenomeno, similmente a quanto accade nell’Artico. L’operazione del Niwa, iniziata l’anno scorso, ha rivelato decine di nuove fuoriuscite di metano vicino a Capo Evans, promontorio roccioso. Grazie all’uso di veicoli subacquei controllati a distanza, gli scienziati hanno esaminato le acque sotto le lastre di ghiaccio, scoprendo queste emissioni che, pur essendo state monitorate per anni, non erano state precedentemente individuate.

I timori sulle emissioni
Non è ancora completamente chiara l’origine di queste nuove emittenti, secondo Fanpage; ma i ricercatori suggeriscono che possano essere collegate ai cambiamenti nella criosfera causati dal riscaldamento globale, fenomeno già osservato nelle aree artiche. La velocità con cui queste emissioni stanno apparendo è definita “notevole” e genera preoccupazioni significative riguardo all’impatto potenziale sul riscaldamento del pianeta.
Come sottolineato dalla dottoressa Sarah Seabrook, l’aumento delle emissioni potrebbe cambiare drasticamente l’ecosistema costiero antartico nei prossimi anni. Infatti, il metano è un gas serra che ha una capacità di trattenere il calore 80 volte superiore a quella della CO2 nei primi venti anni, rendendo queste emissioni una minaccia potenziale per il clima globale. Gli scienziati sono preoccupati che questo fenomeno possa facilitare un rapido trasferimento di metano dall’oceano all’atmosfera.