Dopo 2000 anni è stata trovata una nave romana ancora intatta | I sub hanno visto un carico pieno di tesori

Illustrazione di un'antica nave (canva FOTO) - marinecue.it
Quest’antica nave nasconde un vero e proprio tesoro. E per due millenni nessuno si era mai avvicinata a questa piccola meraviglia.
Le navi antiche affondate sono come capsule del tempo adagiate sul fondo del mare. Ogni relitto racconta una storia di viaggi, commerci, battaglie o tempeste, restituendo frammenti di civiltà scomparse e tecniche di navigazione dimenticate.
Molti di questi ritrovamenti sono autentici tesori archeologici: basti pensare alle navi romane cariche di anfore o ai velieri mercantili medievali, rimasti intatti per secoli grazie alle acque fredde e silenziose che li hanno custoditi.
Ogni relitto è anche una sfida per gli studiosi. Le profondità marine sono ambienti difficili, e recuperare oggetti fragili come legno o tessuti richiede tecnologie avanzate e grande delicatezza. Ma il risultato può riscrivere interi capitoli della storia.
In fondo, ogni nave affondata è un racconto sospeso nel tempo. Riemerge dal buio degli abissi non solo per svelare un mistero, ma per ricordare quanto fragile e insieme straordinaria sia stata l’avventura dell’uomo sul mare.
Il mare che custodisce segreti
Ogni tanto il mare restituisce un frammento di storia, qualcosa che era rimasto sepolto per secoli tra sabbia e silenzio. È successo anche lungo la costa dalmata, in Croazia, dove i sub hanno scoperto qualcosa di straordinario a pochi metri da una spiaggia turistica. Un relitto romano, intatto e misterioso, giaceva sul fondale, come se avesse atteso tutto questo tempo per essere ritrovato.
A pochi passi dal villaggio di Sukošan, vicino a Zadar, si è aperta così una finestra sul passato. I resti di un’imbarcazione lunga circa tredici metri e larga poco più di tre raccontano di un’epoca lontana, quella dell’Impero Romano. Secondo le analisi al radiocarbonio, la nave risalirebbe al I o II secolo d.C., più o meno durante il periodo dell’imperatore Traiano. È difficile non immaginare la scena: marinai al lavoro, anfore caricate con cura, il profumo del legno e del mare mescolati insieme, e poi… una tempesta improvvisa.

Il relitto e il suo carico perduto
Durante gli scavi, come riportato dal The Sun, gli archeologi hanno recuperato oggetti preziosi e perfettamente conservati: monete romane, ceramiche, frammenti di vetro e due grandi anfore che sembrano appena uscite da un mercato antico. Tra le assi e la chiglia, ancora riconoscibili, sono stati trovati resti di noccioli d’oliva, indizio che suggerisce quale potesse essere il carico principale della nave. Forse un mercantile diretto verso qualche porto dell’Adriatico, colto di sorpresa da un violento temporale.
Gli studiosi ipotizzano che la nave si trovasse ormeggiata nell’antico porto di Barbir quando il maltempo la fece sbattere contro la banchina, facendola affondare. È un racconto di mare e di sfortuna, ma anche di resistenza: il legno, il metallo e le tracce di vita hanno sfidato i secoli, permettendo oggi di ricostruire un pezzo di quotidianità romana. In fondo, il mare ha una memoria lunga — e ogni tanto decide di ricordarcelo.