All’Isola d’Elba hanno studiato un nuovo modo per attrarre turisti | I guadagni son assicurati, ma devono fare a metà con questi pesci

Isola dElba preserva i cetacei, ecco come (Freepik Foto) - www.marinecue.it
Negli ultimi anni l’Isola d’Elba si è distinta non solo come meta balneare, ma come luogo di eccellenza per la biodiversità marina.
Le attività di whale watching e avvistamento cetacei stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nel piano turistico locale, grazie anche alle condizioni naturali favorevoli, al Santuario Pelagos e ai programmi ambientali promossi dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
I turisti in cerca di esperienze autentiche sono sempre più attratti non solo dal mare e dalle spiagge, ma dalla possibilità di vedere dal vivo delfini, stenelle, balenottere e altre specie marine. Questa domanda crescente ha spinto le autorità locali e operatori turistici a sviluppare escursioni certificate, che coniughino redditività e tutela ambientale.
Molti tour operator stanno collaborando con la guida del Parco Nazionale e biologici marini per garantire esperienze oltre il semplice “trasporto in barca”: si punta su itinerari responsabili, formazione ambientale e servizi aggiuntivi come snorkeling e didattica marina. Questo approccio ha il doppio effetto di attrarre turisti più consapevoli e di elevare il profilo dell’Elba come destinazione green.
L’idea che “fare a metà con questi pesci” può suonare provocatoria ma può essere interpretata come una metafora: gli operatori devono condividere i benefici economici con la natura, ovvero contribuire alla conservazione dei cetacei, rispettare regolamenti, supportare la ricerca e reinvestire parte degli utili per la tutela degli habitat marini.
Come funziona il modello di whale watching all’Elba
Al centro del sistema c’è il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, che ha stabilito protocolli per le escursioni di whale watching riconoscibili come “High Quality Whale Watching”. Le escursioni operano con guide autorizzate, spesso biologhe marine, su imbarcazioni che si allontanano fino a sei miglia dalla costa, consentendo ampio margine di avvistamenti.
Le tariffe sono anche trasparenti: generalmente intorno ai 50 € per gli adulti, con riduzioni per i bambini. Il programma include spesso pranzo a bordo e partenze regolari nei giorni stabiliti durante la stagione estiva. I partecipanti non solo osservano gli animali, ma apprendono anche informazioni scientifiche sull’ecosistema marino, comportamento dei cetacei e sfide ambientali.

Sfide e potenziali di condivisione
Perché il modello funzioni bene e sia sostenibile, occorre gestire bene la regolamentazione: il numero di uscite deve essere compatibile con la conservazione, le rotte devono rispettare le zone sensibili e l’impatto acustico deve essere ridotto. Il rispetto del Santuario Pelagos e delle sue normative è essenziale.
Un altro aspetto da considerare è la condivisione del valore generato: gli operatori devono investire parte dei ricavi nel monitoraggio, nella formazione (guide, sicurezza, ecologia) e nella manutenzione degli habitat marini. Questo “fare a metà con la natura” non è solo un impegno etico, ma anche un fattore che aumenta l’attrattiva turistica perché molti visitatori scelgono destinazioni con pratiche responsabili.