Le migliori avventure acquatiche e le loro controparti digitali

Negli ultimi anni, il nostro modo di vivere il mare è mutato profondamente. Il mare è sempre stato un alleato e un nemico nell’eterna lotta tra l’uomo e l’ambiente. Dapprima via di fuga e di conquista, si è presto trasformato in risorsa, scenario turistico, laboratorio scientifico. Ed è proprio la scienza che oggi si interessa di più all’elemento acquatico: basti pensare che, secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), oltre l’80% degli oceani del pianeta rimane ancora inesplorato e mappato solo in modo parziale.
Dai fondali del Mar Rosso alle onde del Pacifico, oggi è possibile esplorare le profondità dell’oceano anche essendo profani e in modalità remota. Tutto grazie alla nascita e allo sviluppo di strumenti come i visori VR (Virtual Reality), i simulatori di navigazione e i droni che hanno apportato modifiche sostanziali allo studio della fauna marina.
In che modo? Ne parliamo nel corso dell’articolo.
In barca a vela con un visore VR? Oggi è possibile
Pochi appassionati avranno sentito parlare dei simulatori di navigazione. Ancora meno, conosceranno quei simulatori che permettono di navigare a vela. I meglio sviluppati sono al momento Sailaway e Virtual Regatta Offshore.
Sailaway è stato sviluppato dalla Orbcreation, un piccolo studio indipendente olandese fondato da Richard Knol. Si tratta di uno dei simulatori di vela più realistici, basato su dati meteorologici reali e dinamiche di navigazione autentiche.
Virtual Regatta Offshore, invece, è stato creato dalla società francese Virtual Regatta SAS, fondata da Philippe Guigné, ex velista professionista. Entrambi i giochi si svolgono senza visore VR: si tratta quindi di simulatori di giochi realistici e fruibili tramite PC.
Per gli appassionati di VR, è possibile provare VR Regatta: The Sailing Game, sviluppato da MarineVerse nel 2018 e compatibile con Oculus Rift, Quest e SteamVR. Da ricordare anche MarineVerse Cup, della stessa società di produzione.
Surf a Monaco di Baviera
Ci sono coloro che amano la navigazione e coloro che preferiscono il surf. Due modi di vivere il mare in maniera completamente diversa, seppure complementare. Secondo i dati, il numero di surfisti nel mondo si aggira intorno ai 35 milioni: un numero impressionante, a guardare bene.
In Europa, le mete predilette restano Nazaré, in Portogallo, e Hossegor, in Francia. Si stima che le onde di Nazaré raggiungano in media tra gli 8 e i 15 metri, ma in alcune giornate possono superare i 20. Rimane nella storia il record di 26,21 metri stabilito dal tedesco Sebastian Steudtner nel 2020.
Anche l’universo del surf ha conosciuto uno sviluppo atipico dovuto alle recenti scoperte tecnologiche. Sono ad esempio nati i simulatori da terra e piscine a onde artificiali. A Monaco di Baviera, ben lontano dalla costa, è possibile surfare in un impianto indoor che riproduce onde con precisione ingegneristica.
Negli ultimi tempi, sono nati diversi simulatori realistici che permettono di allenarsi direttamente da casa propria: tra i più noti compare True Surf, sviluppato in collaborazione con la World Surf League.
Droni, dati e conservazione marina
La rivoluzione più ampia è, come detto, quella che riguarda l’indagine scientifica. Le tecnologie sviluppate negli ultimi anni hanno reso possibile studiare e analizzare i fondali e la fauna marina con una precisione impensabile fino a venti anni fa.
L’invenzione del secolo, dal punto di vista della biologia marina, è quella dei droni subacquei, come quelli prodotti da QYSEA o Blueye Robotics. Droni che possono esplorare le profondità marine in totale sicurezza, senza alcun rischio collegato alla presenza umana. Le missioni di ricerca che un tempo richiedevano settimane (se non mesi) e costi elevatissimi, vengono oggi eseguite da remoto, con trasmissioni live su piattaforme condivise tra università e centri oceanografici.
Si tratta di un’avventura di ricerca, certo, ben diversa dal surf e dalla navigazione. La digitalizzazione degli oceani è però una svolta epocale: consente di conoscere il mare senza invaderlo, di analizzare la fauna senza disturbarla.
Il gioco del mare
La recente diffusione di piattaforme digitali ha consentito un accesso inedito al tema oceanico, e, di conseguenza, uno sviluppo della passione marina anche nei profani. Solo nel 2025 sono stati ideati, sviluppati e creati centinaia di giochi a tema. Basti pensare all’universo del gambling online, che consente oggi di giocare a distanza a titoli slot-machines.
Le slot-machines a tema marino sono più di 500 solo sulle principali piattaforme internazionali, secondo i dati raccolti dalla community nel 2024. Tra le più popolari figurano Ocean’s Treasure, Lord of the Ocean, Big Bass Bonanza e Razor Shark, tutte ispirate all’immaginario dell’acqua. Questi giochi si possono trovare nei casinò online stranieri in Italia, e, spesso, possono essere testati anche in maniera gratuita. Diversi dai videogames e dai simulatori, portano l’esperienza di gioco su un piano universale e accessibile pressoché a tutti gli utenti.
L’arte e il mare, oggi
Le avventure dei navigatori hanno ispirato fin dall’antichità opere d’arte immortali, come l’Odissea.
Nell’ultimo secolo, la biologia marina e il tema acquatico hanno fatto ingresso nei musei più importanti in Europa e nel mondo: molti progetti artistici e museali — dal National Maritime Museum di Londra al Museo del Mare di Genova, per citarne due — integrano installazioni digitali che riguardano le profondità oceaniche o le esperienze di navigazione.
Non bisogna dimenticare che, anche nell’ambito artistico, le VR hanno apportato sostanziali cambiamenti. Sempre più comune imbattersi in installazioni che si fruiscono tramite visori, trasformando l’oggetto artistico in avventura personale, e l’avventura personale in controparte digitale. Rimarrà da vedere come questi strumenti evolveranno in futuro.
Conclusione
Il tema dell’avventura acquatica non riguarda solo il divertimento di noi esseri umani. Riguarda, invece, le possibilità offerte da un’etica del rispetto e da un’ecologia che non sia meramente teorica, ma dettata da una conoscenza universale del marino, delle sue bellezze e dei suoi limiti.
Per quanto possa sembrare azzardato, giochi leggeri e pensati come hobby possono insegnare ai più piccoli a non pescare una stella marina, così come a non tirare fuori dall’acqua un esemplare di Pelagia noctiluca, la medusa luminosa che abita le acque del Mediterraneo.
L’avventura si trasforma in digitale e, il digitale, può paradossalmente essere strumento per un’etica del futuro