Torna l’incubo granchio blu | Brutte sorprese per i pescatori italiani: con il maltempo non ne è rimasta nemmeno una

Doppio incubo (Canva) - marinecue.it
A causa di alcune problematiche che stanno, purtroppo, colpendo varie parti d’Italia, riecco l’incubo peggiore per tutti gli allevatori.
I mari del nostro pianeta, ospitano una varietà di creature affascinanti, sebbene alcune di esse possano rappresentare un serio pericolo per l’uomo. Tanto che, dalle acque cristalline dei tropici, agli abissi più profondi, è fondamentale conoscere le specie marine più pericolose, per evitare incontri appunto spiacevoli.
La Chironex fleckeri, conosciuta come medusa scatola o vespa di mare, è una delle creature marine più pericolose per l’uomo. Perché, con tentacoli lunghi fino a 6 metri, e un veleno potente, può causare l’arresto cardiaco in pochissimi minuti. Essendo presente principalmente nelle acque tropicali dell’Australia, e del Sud-est asiatico. Il pesce scorpione, poi, noto anche come pesce leone, è facilmente riconoscibile per le sue pinne dorsali spinose, e il corpo colorato. E sebbene non sia aggressivo, il suo veleno può provocare dolore intenso, e reazioni allergiche. Rintracciabile particolarmente nel Mar Mediterraneo, e in altre acque tropicali.
La torpedine, è una razza che possiede organi elettrici in grado di emettere scariche fino a 200 volt. Le stesse che possono causare dolore intenso e, in rari casi, perdita di conoscenza. Trovabile principalmente in acque temperate e tropicali. Infine, il polpo dagli anelli blu è una delle specie più velenose al mondo. E che nonostante le sue dimensioni contenute, possiede appunto un veleno che può causare paralisi e morte in breve tempo. Essendo, infatti, riconoscibile proprio per gli anelli blu brillanti, i quali appaiono quando si sente minacciato.
Dunque, conoscere queste specie, e adottare comportamenti responsabili in mare, può ridurre significativamente i rischi. Rispettando, naturalmente, l’ambiente marino, e prestando attenzione alle segnalazioni locali, riguardo all’eventuale presenza di animali pericolosi.
Un maltempo devastante
L’ondata di maltempo che ha colpito la costa ferrarese, ha causato gravi danni agli allevamenti di vongole, abbattendo recinti e strutture di protezione. Vadis Paesanti, vicepresidente di “Confcooperative Fedagripesca – Emilia Romagna”, ha perciò denunciato la situazione, definendola piuttosto drammatica: Poiché il vento di bora e l’alta marea, hanno spazzato via gli allevamenti; e pur provando a seminare e a ripartire, la furia del mare, o quella del granchio blu, gli portano via tutto.
Purtroppo, la mareggiata ha infatti colpito duramente la Sacca di Goro, sommergendo lo stabilimento Isa a Volano, e distruggendo recinti e teli protettivi. E le poche vongole sopravvissute, son ora esposte a un rischio continuo, come quello di compromettere definitivamente la possibilità di ripresa degli allevamenti.

L’invasione dei granchi blu
Con la protezione compromessa, quindi, riecco i granchi blu, i quali hanno avuto libero accesso agli allevamenti, divorando gran parte della produzione. La presenza della specie aliena, segnalata dal 2023, continua infatti a creare problemi agli operatori locali, rendendo la gestione dei recinti, inefficace.
E come riportato anche sul sito ilrestodelcarlino.it, la produzione di vongole, prima di emergenze e invasioni, era di 12 mila tonnellate all’anno, scesa a 4 mila, nel 2024. Danni che hanno colpito cooperative come Copego e altre realtà locali, inficiando la ripresa del settore. A tal punto che i pescatori chiedono, infatti, la costruzione di dighe o di strutture di protezione, per salvaguardare gli allevamenti, e prevenire futuri disastri.