ALLARME, Africa e Sud America si stanno unendo | Quello che hanno visto dallo Spazio è assurdo: c’è del marrone nel blu

Oceano Atlantico e pericoli (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Una strana formazione tra Africa e Americhe sta allarmando gli scienziati: le immagini satellitari mostrano qualcosa di mai visto.
Dall’alto, quando guardi l’oceano tra l’Africa e le Americhe, sembra tutto uguale: un blu infinito, calmo, quasi monotono. Eppure, da un po’ di tempo, c’è qualcosa che non torna. I satelliti hanno cominciato a registrare un cambiamento visivo insolito, una sorta di “macchia” che si allunga nell’Atlantico e che, a occhio nudo, non diresti nemmeno sia fuori posto. Ma lo è eccome. E chi studia il mare da anni ha subito capito che questa volta non si tratta di un semplice gioco di colori.
Sì, perché questa zona — strategica per commercio, biodiversità, rotte migratorie e… beh, anche per i turisti — sta mostrando segni di qualcosa che va oltre la superficie. Non è la prima volta che quest’area viene monitorata, ovviamente, ma stavolta il fenomeno è visibile con una chiarezza disarmante.
C’è anche una questione visiva che colpisce: il colore dell’acqua. Che dovrebbe essere azzurro, trasparente, limpido. E invece si sta tingendo di una tonalità strana, tendente al marrone. Non ovunque, sia chiaro, ma abbastanza da far scattare l’allarme in vari centri di ricerca. È come se due continenti — Africa e Sud America — fossero collegati da un “filo” galleggiante.
A parlare sono i dati, i numeri e pure le immagini dallo Spazio. Quelle che normalmente servono a studiare i ghiacciai, i venti o il plancton, adesso raccontano una storia diversa. Una storia che ha già sollevato domande ovunque: cosa sta accadendo? E soprattutto: cosa significa tutto questo per l’uomo?
Un indizio nel cuore dell’oceano
La risposta — o almeno, un primo pezzo del puzzle — arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Harmful Algae, ripreso poi anche da Fanpage.it. Gli scienziati parlano di una gigantesca massa di alghe brune chiamata Grande Cintura Atlantica di Sargassi. Nome complicato, ma il concetto è semplice: si tratta di un’enorme “striscia” di vegetazione galleggiante che si è estesa a dismisura. A maggio 2025 ha raggiunto, udite udite, 37,5 milioni di tonnellate. Una quantità mai vista prima.
E non è un evento isolato. Questo agglomerato di sargassi si forma ogni anno più o meno dallo stesso periodo, dal 2011 a oggi. Tranne nel 2013, per qualche motivo misterioso. Il punto è che le cause non sono solo naturali: tra colpevoli ci sono anche i fertilizzanti scaricati nei fiumi, specialmente nel Rio delle Amazzoni. Azoto, fosforo… un bel cocktail per farle crescere a dismisura. Il guaio vero, però, è un altro.

Un fenomeno che preoccupa gli scienziati
Queste alghe non sono solo brutte da vedere o fastidiose per i bagnanti. Sono potenzialmente pericolose. Una volta che si ammassano sulle spiagge, iniziano a decomporsi e rilasciano gas tossici — tipo l’idrogeno solforato — che possono creare problemi anche seri alle persone, oltre a danneggiare le economie locali legate al turismo e alla pesca. Un disastro, in pratica.
E quello che inquieta di più è che non si riesce ancora a capire bene dove si andrà a finire. I ricercatori stanno cercando di leggere tra le righe — anzi, tra le onde — per capire quali siano i meccanismi che alimentano questa espansione. Ma una cosa è certa: il cambiamento climatico c’entra. E anche l’impronta dell’uomo. Il “marrone nel blu” non è solo un fatto estetico: è un campanello d’allarme che, stavolta, non possiamo ignorare.