ALLERTA globale appena lanciata dai MEDICI | Basta mangiare pesce: sono pieni di plastica ed i danni sono enormi

Attenzione al consumo di questi prodotti

Attenzione al consumo di questi prodotti (Canva-Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Gli esperti hanno scoperto qualcosa che mai avrebbero voluto. Gli ecosistemi soffrono come non mai: il rischio si estende agli uomini

L’inclusione del pesce all’interno dell’alimentazione di ciascuno di noi è sicuramente una scelta più che saggia, indicata direttamente dagli esperti per via della sua ricchezza di proteine nobili.

Stiamo parlando, per rendere più chiaro il concetto, di vitamina D, minerali quali fosforo e iodio, ma anche acidi grassi e soprattutto omega-3, ognuno dei quali ha la funzione di supportare il benessere degli apparati del nostro corpo.

L’armonia degli stessi, per far sì che la nostra “macchina perfetta” proceda spedita senza troppi intoppi, è fondamentale. Per questo gli omega-3 contenuti nell’alimento, ad esempio, è fondamentale nel bilanciare la pressione sanguigna, riducendo il rischio di problemi cardiaci.

Ma gli stessi sono anche parte integrante del processo di sviluppo cerebrale nei soggetti più piccoli, fornendo un prezioso aiuto anche a individui di età più avanzata nel migliorare le abilità cognitive e la memoria.

Risvolti a dir poco allarmanti

Un recente studio pubblicato su Science Alert si è concentrato sul quantificare la presenza di particelle all’interno dei tessuti muscolari degli organismi marittimi, gli stessi che finiscono sulle nostre tavole. Ad occuparsene scienziati provenienti dalla Oregon State University e dalla Portland State University, che hanno preso in esame 182 esemplari pescati direttamente lungo la costa dell’Oregon o, in alternativa, acquistati nei mercati delle città dello Stato, tra i quali rientravano, ad esempio, l’aringa del Pacifico, la platessa o i gamberi rosa.

E pensate che addirittura in 180 è stata evidenziata la presenza di microplastiche e particelle antropogeniche, il che significa tutti ad eccezione di un’aringa e un merluzzo. E poi fibre artificiali, plastica e residui di ogni tipo, che evidenziano lo stato di enorme difficoltà nel quale oggigiorno gli oceani del globo si trovano costretti. L’82% delle particelle era costituito da fibre e il restante 17%, oltre ad uno 0,66% occupato dalla presenza di pellicole in plastica, è corrisposto a frammenti dello stesso materiale.

Gamberi rosa
Gamberi rosa (Depositphotos foto) – www.marinecue.it

Perché ne siamo riguardati così da vicino?

Le concentrazioni più spaventosamente elevate, in particolare, sono state rilevate nei gamberetti rosa, con una media di 10,68 particelle per grammo attenzionando gli esemplari pescati. Il motivo è da ricercare innanzitutto del metodo che questi animali utilizzano per nutrirsi, filtrando l’acqua, oltre al modo di vivere degli stessi, che trascorrono la propria esistenza nella colonna d’acqua superiore, ossia nel punto esatto in cui la plastica galleggiante converge.

All’opposto, è stato individuato come il salmone di specie “Chinook” abbia mostrato concentrazioni minime, registrando una media pari a 0,03 particelle per grammo. In merito l’ecotossicologa della OST, Susanne Brander, ha affermato che le microfibre, tra le quali le plastiche, sembrino addirittura in grado da spostarsi dall’intestino verso altri tessuti, in modo particolarmente allarmante, comportando implicazioni dirette nei confronti di chi ingerisce tali alimenti, ossia degli esseri umani stesse. A riportarlo è ModenaVoltaPagina.