Le piovre fanno surf | La loro tavola preferita sono gli squali: ricercatori sbigottiti da quanto visto

Piovra in fondo al mare (Canva foto) - www.marinecue.it
Un incontro marino inaspettato solleva nuove domande sul comportamento degli abitanti degli abissi: scienziati increduli.
Nel cuore dell’oceano, dove la luce si fa flebile e la vita segue regole spesso sconosciute, può accadere l’imprevedibile. La vastità delle acque profonde cela ancora eventi e dinamiche sorprendenti, in grado di sconvolgere anche le certezze più consolidate degli scienziati. Alcuni di questi momenti sfuggono completamente all’occhio umano, ma quando vengono catturati, spalancano nuovi orizzonti alla ricerca.
Le interazioni tra specie marine sono spesso studiate attraverso modelli teorici o osservazioni indirette. Tuttavia, alcuni episodi riescono a infrangere ogni schema. Non si tratta solo di rare apparizioni o avvistamenti insoliti, ma di comportamenti inediti che sembrano sfidare le leggi dell’ambiente stesso in cui si manifestano. Gli studiosi parlano spesso di “comportamenti opportunistici”, ma ci sono casi in cui nemmeno questa definizione basta.
Nella zona pelagica dell’oceano, dove la vita si muove a ritmi vertiginosi, alcuni predatori dominano le distese marine con eleganza e potenza. Tra questi, c’è uno degli squali più veloci in assoluto, abituato a cacciare prede agili e sfuggenti. All’opposto, esistono creature silenziose e schive, che preferiscono la sicurezza del fondale, muovendosi con cautela tra le rocce. In teoria, questi due mondi dovrebbero restare separati.
Eppure, ogni tanto, qualcosa rompe il confine. Una macchia di colore fuori posto, un movimento imprevisto, un’interazione fuori dal comune. È proprio da questi dettagli che spesso nasce la meraviglia scientifica.
Una scoperta ai limiti dell’incredibile
Durante una spedizione nel Golfo di Hauraki, al largo della Nuova Zelanda, un team di ricercatori guidato dalla biologa marina Rochelle Constantine ha osservato una scena a dir poco singolare: un polpo aggrappato alla testa di uno squalo mako. La pinna dorsale metallica dello squalo tradiva la sua presenza, ma ciò che ha attirato l’attenzione è stata una macchia arancione brillante, inizialmente scambiata per una boa o una ferita.
Grazie al supporto di un drone e di una telecamera subacquea, gli scienziati hanno confermato l’improbabile interazione tra due creature che non condividono habitat né comportamenti compatibili. Come racconta la Constantine, “non sappiamo davvero come questo polpo, che vive sul fondo marino, abbia incrociato questo mako di 3 metri che vive in alto mare”. Come riporta Modena Volta Pagina, l’evento è stato battezzato con ironia “sharktopus”.

Il video che ha lasciato tutti senza parole
La registrazione, durata circa dieci minuti, mostra uno squalo mako che nuota lentamente, apparentemente indifferente al curioso passeggero. Nessun segno di fastidio, nessun tentativo di scrollarsi di dosso il polpo: una calma inspiegabile per una delle specie più veloci e agili del pianeta.
Il mako, capace di raggiungere i 74 km/h, si è trovato per qualche minuto a condividere la scena con un compagno inatteso. L’incontro ha sconvolto i ricercatori non solo per la sua improbabilità, ma anche per le implicazioni che potrebbe avere nella comprensione delle relazioni interspecifiche marine.