Coralli, non è più pensabile girarsi dall’altra parte | Bisogna agire subito o possiamo anche dirgli addio: è la fine

Allarme in tutti gli oceani (Canva-Shutterstock foto) - www.marinecue.it
Interi ecosistemi marittimi stanno soffrendo. C’è possibilità per noi di fare qualcosa? Le previsioni sono tutt’altro che rosee
La formazione delle barriere coralline, a partire dai coralli, attraverso il processo di calcificazione, è capace di rivelarsi determinante all’interno degli ecosistemi marini, favorendo la proliferazione e la sicurezza delle specie.
La loro presenza, infatti, contribuisce a dare origine ad habitat adeguati allo sviluppo e alla stabilizzazione di molteplici viventi, vegetali e animali, che proprio in corrispondenza di queste aree trovano protezione rispetto all‘innalzamento dei livelli marittimi oltre le coste.
Tuttavia, la situazione che i biologi marittimi stanno documentando nel corso delle ultime stagioni ci racconta della progressiva sparizione dei coralli, la cui esigua presenza, allo stato attuale, non rende più possibile l’adempimento ai propri “compiti” naturali.
Il motivo è da ricercare nei devastanti effetti del cambiamento climatico, che oltre alla superficie sta mettendo i bastoni tra le ruote anche alla sopravvivenza oceanica, producendo conseguenze a dir poco drammatiche.
Una realtà a dir poco complicata
Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Exeter, che ha successivamente trovato pubblicazione sulla rivista Nature ha messo in guardia l’intera comunità circa una situazione allarmante come mai prima d’ora. Secondo le previsioni, basandosi sui dati a disposizione, entro la fine del XXI Secolo le barriere coralline attualmente sopravvissute nelle acque dell’Oceano Atlantico potrebbero andare incontro alla fine del loro processo di crescita, avviandosi, al contrario, ad una progressiva erosione che le condurrà ad un punto di non ritorno, sparendo per sempre.
I cambiamenti climatici, come anticipato, hanno messo in ginocchio i coralli dell’intero globo fino ad aumentare a dismisura la temperature delle acque oceaniche. I coralli necessitano indubbiamente di luce solare per favorire la loro crescita e prosperità, tant’è che non si sono mai sviluppati nelle profondità più buie, prediligendo le fasce maggiormente ravvicinate alla superficie, crescendo verticalmente anche in previsione dell‘innalzamento del livello oceanico.

I fattori maggiormente minacciosi
Ma gli equilibri dei quali stiamo parlando, che si rifanno al comportamento di sviluppo delle barriere coralline che ebbero origine ormai più di 10.000 anni fa nel Mar dei Caraibi, sono ormai cambiati, per non dire definitivamente interrotti o infranti. Le temperature climatiche stanno cambiando seguendo un passo sempre più inarrestabile, non lasciando scampo alcuno ai coralli, che pure hanno tentato di adattarsi al modificarsi dei gradi.
Il geoscienziato e principale autore dello studio Chris Perry ha affermato che il riscaldamento fuori scala al quale l’intera comunità ha assistito non era mai stato osservato prima, tantomeno nella regione caraibica. Per di più, quest’area è stata soggetta ad uno stress termico sempre più elevato, anche in relazione allo stesso aumento delle temperature. Entro il 2040, è questa l’amara realtà con cui dobbiamo fare i conti, il 70% circa delle barriere coralline della massa idrica atlantica potrebbero abbandonare per sempre il Pianeta Terra, con previsione che addirittura il 90% dei coralli interessati possa andare incontro alla stessa fine non oltre il 2100, nel caso in cui le temperature globali dovessero raggiungere un aumento di oltre 2°C rispetto a quelle preindustriali. A scriverlo è Libero.it