Dalla preistoria a noi conservato perfettamente | Viveva in acqua prima dell’estinzione: ha ancora tutta la pelle attaccata al corpo

Illustrazione di una creatura preistorica (Canva FOTO) - marinecue.it
Questa creatura è molto particolare, e ancora più particolare è la sua preservazione. E’ possibile notare ancora la pelle!
Nel campo della preistoria e della paleontologia, alcune scoperte vengono considerate davvero eccezionali perché cambiano il modo in cui si guarda al passato. Non si tratta solo di ritrovare ossa o fossili, ma di imbattersi in tracce che raccontano storie nuove, spesso inattese.
Può capitare, ad esempio, che un singolo reperto ribalti teorie consolidate: un cranio con caratteristiche ibride, un’impronta fossile che dimostra comportamenti prima impensabili, o persino resti di utensili che spostano indietro di migliaia di anni la presenza dell’uomo in certe regioni.
Il valore di queste scoperte non sta solo nella rarità, ma anche nel loro potere di aprire nuove domande. Ogni ritrovamento eccezionale non chiude un discorso, semmai lo amplia, obbligando a rivedere mappe evolutive e schemi storici.
E in questo risiede il loro fascino: la consapevolezza che la Terra custodisca ancora capitoli non letti della sua storia, e che dietro a un osso, una conchiglia fossilizzata o un pigmento antico possa celarsi un tassello fondamentale per capire da dove veniamo.
Una creatura incredibile!
Ci sono scoperte che, quando emergono dal sottosuolo, sembrano quasi voler riscrivere un pezzo di storia. È quello che è accaduto con il nuovo fossile di Lariosaurus valceresii ritrovato a Monte San Giorgio, un sito che già da solo evoca immagini di un Triassico ricco di vita marina e strane creature anfibie. Questa volta, però, la sorpresa è stata davvero fuori dal comune: per la prima volta si è trovato un esemplare con tracce di pelle conservata.
Monte San Giorgio, a cavallo tra Svizzera e Italia, è un luogo che da decenni regala reperti straordinari. L’area è riconosciuta come patrimonio mondiale UNESCO proprio per la qualità dei fossili che custodisce. Qui, tra le pieghe delle rocce del Ladinico, si sono conservati in modo quasi incredibile pesci, rettili marini e persino insetti.

Qualche dettaglio in più
Il nuovo esemplare, custodito al Museo cantonale di storia naturale di Lugano, è quasi completo e si presenta in ottimo stato di conservazione, con un profilo corporeo che per la prima volta rivela dettagli inaspettati. La pelle, fossilizzata come una sottile pellicola carboniosa, delinea chiaramente le mani e i piedi palmati: non vere e proprie pinne, ma arti con dita ben visibili unite da membrane.
Questo particolare cambia molto la prospettiva: significa che l’animale non nuotava solo ondulando la coda come tanti rettili marini, ma usava le zampe anteriori per una sorta di “remata volante”, un movimento simile a quello delle otarie, utile per accelerazioni rapide. Osservando l’impronta della pelle attorno all’omero e alla cintura pettorale, gli studiosi hanno ipotizzato la presenza di muscoli retrattori molto sviluppati, in particolare il tricipite e il coracobrachiale, capaci di generare spinte potenti.