Oceano Pacifico, non è possibile che nessuno se ne sia accorto prima d’ora | C’é una montagna alta quanto il Monte Bianco

Un monte nelle acque oceaniche (Canva-Pixabay foto) - www.marinecue.it
La sua presenza era sfuggita a tutti. Ma guardando le sue dimensioni viene da chiedersi come. La scoperta del secolo?
Esiste la possibilità che dal fondale oceanico delle vere e proprie montagne sottomarine si innalzino, pur non riuscendo a raggiungere, ne a superare, la superficie più esterna del mare in questione.
La loro origine è generalmente da attribuire a vulcani sottomarini, a loro volta formatisi a seguito di eruzioni basaltiche. La caratteristica pià curiosa è che, nonostante non riescano ad oltrepassare la sommità della massa d’acqua, raggiungono spesso altezze incredibili.
Parliamo addirittura di 3.000 o 4.000 metri di altezza a partire dalla base, vale a dire al pari di tanti rilievi presenti sulla terraferma. E gli esperti stimano che la loro presenza raggiunga e superi le 100.000 unità, oltre a quelle che non sono ancora state individuate.
Rinvenirle non è affatto un compito semplice, ma gli studi ha permesso di comprendere come le aree in cui si denota maggiore concentrazione sono quelle che si articolano lungo le dorsali oceaniche, nonché in corrispondenza di hotspot vulcanici.
Come è possibile che nessuno la avesse notata?
Con 4.200 metri di altitudine, a nord di Palau, nel pieno Oceano Pacifico, un gruppo di ricercatori della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha scovato la presenza di un imponente seamount, la cui cima si posiziona a 240 metri circa sotto la superficie oceanica. Ma come è potuta una simile vetta sfuggire sino ad ora agli esperti? Il rilevamento è avvenuto attraverso l’impiego di un sonar, in un’area che non era mai stata approfondita sino ad ora.
Nello specifico, a rendere possibile la scoperta è stata la spedizione, organizzata dalla stessa NOAA, nota come “Beyond the Blue“, che si sta occupando proprio dell’esplorazione presso le acque del Palau National Marine Sanctuary, un vero e proprio laboratorio naturale a cielo aperto, dove la ricerca degli studiosi potrà proseguire senza intoppi, usufruendo di una nave che perlustra la superficie marina, dotata per l’appunto di un sonar capace di emettere onde sonore che rimbalzano direttamente sul fondale.

Futuri sviluppi
I dati che vengono ottenuti da tale procedura permettono la creazione di mappe in grado di mostrare i dettagli, anche più difficili da individuare, dei fondali sottomarini. E’ proprio il caso del recente seamount, che seppur capace di raggiungere un’altitudine corrispondente alla sola metà dell’Everest, vetta più alta sulla superficie, non era mai stata individuata prima d’ora.
La sua scoperta ha rappresentato un evento storico tutt’altro che trascurabile, che ha spinto i ricercatori a mettere in piedi fin da subito un futuro progetto che condurrà all’approfondimento delle caratteristiche della vetta sottomarina e sotto l’aspetto biologico, e sotto l’aspetto geologico, tenendo conto di quanto simili sistemi siano capaci di ospitare biodiversità viventi realmente curiose. A scriverlo è Geopop.