Allerta in Sicilia per la comparsa di una nuova specie aliena | Questi pesci appena scoperti amano fare i chirurghi

Allarme tra le acque siciliane

Allarme tra le acque siciliane (Canva-Regione Sicilia foto) - www.marinecue.it

Le acque della Trinacria non sono più così sicure. Le specie autoctone stanno patendo dinnanzi a questo indesiderato alieno

L’Italia è sicuramente uno dei territori in assoluto più vulnerabili dal punto di vista delle contaminazioni delle specie aliene, ossia quegli esemplari di animali o microrganismi che fanno “irruzione” all’interno di aree differenti rispetto a quelle dove dovrebbero distribuirsi naturalmente.

Nei casi in cui le specie non autoctone riescono a sopravvivere, o addirittura ad adattarsi in un luogo diverso dalla propria “casa”, i rischi sono concreti e le ripercussioni possono produrre effetti indesiderati sull’ambiente, ma anche sull’economia.

Il fatto che le acque circondanti la nostra Penisola e le sue isole possiedano un clima favorevole e che si situino in un mare naturalmente o artificialmente connesso con altri bacini idrici, favorisce l’importazione e la sopravvivenza involontaria di specie aliene.

I motivi principali per i quali questo processo potenzialmente molto rischioso avviene sono da ricercare nelle attività umane, ma anche nel riscaldamento globale. L’Unione Europea, da parte sua, fornisce una lista aggiornata delle specie da attenzionare e monitorare.

Le coste nostrane continuano a soffrire

I mari italiani sono stati recentemente riguardati dall’introduzione di una nuova specie aliena, l’Acanthurus xanthopterus. Stiamo parlando di un pesce chirurgo che trova il suo habitat naturale nell’Indo-Pacifico, ora imprevedibilmente avvistato per la prima volta a Torre di Mezzo, lungo la costa ragusana dell’Isola di Sicilia.

La scoperta è stata possibile nell’ambito del progetto promosso dal Museo Civico di Storia Naturale di Comiso ed è stata successivamente pubblicata su BioInvasions Records, con un anno di ritardo rispetto all’effettivo rilevamento, Ma perché? I 12 mesi sono stati indispensabili ai fini della conduzione di analisi morfologiche e genetiche che potessero aiutare a comprendere di più circa la specie stessa. Tale ritrovamento rappresenta il primo ad essere mai avvenuto nell’area del Mediterraneo centrale, mentre nell’interezza della massa d’acqua che divide l’Europa dall’Africa si erano già registrati due casi analoghi, che avevano riguardato le coste egiziane.

Acanthurus xanthopterus
Acanthurus xanthopterus (Insacco et al. foto) – www.marinecue.it

Le caratteristiche dell'”intruso”

C’è chi ha ipotizzato che la specie stia correntemente effettuando un’espansione verso occidente, ma anche chi, in alternativa, ipotizza che siano stati introdotti diversi ceppi familiari in zone sparse del Mare. Cosa sappiamo dell'”alieno” che sta visitando gli habitat marittimi siciliani? Il pesce chirurgo pinna gialla generalmente possiede una lunghezza che supera i 60 centimetri, classificandosi come uno dei più grandi all’interno del gruppo.

I lati della coda sono caratterizzati da spine affilate ed è solito abitare aree in prossimità di barriere coralline o lagune. Per questo, la sua presenza nel Mare Nostrum è molto più che anomala, anche se bisogna tenere conto di come l’aumento della temperatura delle acque e l’intensificarsi dei traffici commerciali da e verso il Mediterraneo siano tra i fattori che più di ogni altro risultano essere in grado di influenzare gli habitat delle specie autoctone, favorendo l'”infestazione” da parte degli alieni. A scriverlo è Kodami.