I granchi blu hanno trovato pane per i loro denti | Lo stress è troppo forte: si lanciano nelle braccia dei gabbiani

Granchio blu (Pixabay foto) - www.marinecue.it

Granchio blu (Pixabay foto) - www.marinecue.it

Granchi blu in cerca di ossigeno lungo questa costa, tra stress ambientale, curiosità dei bagnanti e appetito dei gabbiani.

Negli ultimi tempi l’Adriatico nord è diventato una specie di laboratorio a cielo aperto. Qui non si osservano solo le maree o le alghe, ma soprattutto i comportamenti bizzarri di animali che reagiscono a un mare un po’ “capriccioso”. Capita che alcune specie si facciano vedere dove di solito non ci sono, quasi a voler mandare un segnale.

Chi vive lungo la costa lo sa bene: basta fare due passi in spiaggia o vicino a un canale per accorgersi che qualcosa non torna. Ci sono giornate in cui pesci o crostacei compaiono in posti impensabili, e non per caso. Quando l’ambiente diventa troppo “pesante”, alcuni animali si spostano e il loro comportamento diventa un indizio chiarissimo che c’è sotto qualche squilibrio.

L’Adriatico, diciamolo, non è nuovo a queste situazioni. Nella parte settentrionale succede spesso che correnti deboli e acqua calda creino condizioni poco salutari per chi ci abita. Troppi nutrienti finiscono in mare e il risultato è un ecosistema che, a tratti, fatica a respirare. Proprio in questi momenti, osservare la fauna diventa come leggere un messaggio in codice: ogni spostamento racconta un problema nascosto.

E c’è pure un altro aspetto: la curiosità delle persone. Quando un animale appare in massa sulla riva, subito si diffonde la notizia, qualcuno scatta foto e il fenomeno diventa quasi virale. Ma dietro a quello che sembra solo un “spettacolo naturale”, per i biologi marini ci sono dati preziosi. Ogni comportamento anomalo indica che l’ambiente sta cambiando, anche se magari per pochi giorni.

Quando il mare manda segnali strani

A Marina di Ravenna e Punta Marina, di recente, si è visto qualcosa che ha fatto parlare parecchio, come riporta Corriereromagna.it. Secondo Arpae, la spiegazione sta tutta nel fatto che nei fondali si sono create zone con pochissimo ossigeno. Questa condizione – ipossia o addirittura anossia – non è un fulmine a ciel sereno: capita spesso nel nord Adriatico a causa della cosiddetta eutrofizzazione.

Quando manca ossigeno, i pesci e i crostacei non hanno scelta: si spostano. Non è la prima volta, e non sarà nemmeno l’ultima. Il bello, o il brutto, è che basta un cambio di vento o qualche onda in più per rimescolare tutto e riportare ossigeno nel fondale. In pratica, il mare si “resetta” da solo non appena il meteo decide di dare una mano. E questo ha giocato un ruolo importante nei confronti dei granchi blu.

Invasione del granchio blu (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Invasione del granchio blu (Depositphotos foto) – www.marinecue.it

Granchi blu in prima linea

Dentro questa cornice, gli attori principali sono diventati i granchi blu (Callinectes sapidus), che ormai si sono fatti spazio nelle nostre acque. Non riuscendo più a stare nei fondali soffocanti, hanno risalito verso la superficie e si sono avvicinati alla riva. Qui hanno trovato abbondanza di cibo, ma anche un bel rischio: i gabbiani che non hanno perso tempo a sfruttare l’occasione.

Le scene sulle spiagge ravennati e perfino nel ferrarese non sono passate inosservate. Video e foto hanno invaso i social, trasformando una questione ecologica complessa in un fenomeno chiacchieratissimo. Gli esperti però ci tengono a dire che è una fase passeggera: nel giro di pochi giorni, con il cambio del tempo, l’equilibrio dovrebbe tornare.