Alessandria d’Egitto, archeologi al settimo cielo | Scoperto un tunnel sotterraneo che portava al mare: partiva da un Tempio sommerso

I resti sommersi (Luxor Times - MoTA - facebook screenshot) - www.marinecue.it
Ad Alessandria d’Egitto un ritrovamento sommerso riaccende i riflettori su un sito sacro legato al mare antico.
Sulla costa egiziana affacciata sul Mediterraneo succedono cose strane. In una zona dove passato e mare si mescolano da secoli, ogni tanto qualcosa riemerge e mette in crisi quello che credevamo di sapere. È il caso di un sito archeologico particolare, di quelli che sembrano voler tenere nascosti i loro segreti.
Il paesaggio qui non è quello che ci si aspetterebbe. In antichità la costa era molto più a nord, parliamo di almeno quattro chilometri di differenza. Questo ha cambiato tutto. Oggi, dove c’era terra, c’è acqua. E dove si pensava non ci fosse nulla… beh, le cose stanno cambiando. Gli archeologi stanno cominciando a vedere oltre quello che le mappe raccontano. E lo fanno tuffandosi – letteralmente – in una porzione di mondo che sembrava sparita per sempre.
Ma la cosa affascinante non è solo quello che si trova. È come le storie locali, le voci tramandate, sembrino ora prendere corpo. Da sempre si parlava di riti, di rotte marine, di un legame tra spiritualità e commercio. Eppure mancavano le prove. Finché, come spesso accade in archeologia, una scoperta apre una porta. O meglio, un passaggio.
Le missioni che si sono alternate qui negli ultimi anni hanno raccolto una serie di indizi, a volte slegati tra loro, ma sempre più intriganti. Reperti sommersi, monete antiche, oggetti votivi… ognuno con una storia da raccontare, ma senza un vero filo conduttore. Fino ad ora. Perché, come vedremo tra poco, qualcosa è cambiato nel modo di leggere – e forse anche di immaginare – questo luogo.
Un dettaglio nascosto tra pietre e sale
Negli scavi di Taposiris Magna, vicino ad Alessandria, la squadra diretta dalla dottoressa Kathleen Martinez ha fatto un colpo grosso. Letteralmente. Come riporta Mediterraneoantico.it, hanno trovato un porto tolemaico sommerso che nessuno aveva mai documentato. Nemmeno gli storici antichi ne parlano. Eppure era lì, sotto il mare, protetto da formazioni coralline naturali. Tra le scoperte: ancore in pietra e metallo, anfore di ogni tipo… chiaro segno che la zona era ben trafficata.
La costa, ai tempi, era molto diversa. Le analisi geologiche hanno mostrato che il livello del mare e la morfologia della zona sono cambiati parecchio nel tempo. Questo spiega perché oggi il porto sia sott’acqua, invisibile a occhio nudo. Un vero rompicapo per secoli. Ma grazie a questa missione si stanno aprendo nuove ipotesi sul modo in cui l’Egitto si relazionava al mare. Ma non finisce qui.

Un tunnel verso il mare (e verso il passato)
Ora arriviamo alla parte più strana – anzi, affascinante. È stato individuato un tunnel sotterraneo che collega il tempio direttamente al mare, fino a un punto chiamato “Salam 5”. Pare una roba da film, ma è tutto vero. I sub hanno trovato lì vicino altri materiali archeologici, il che fa pensare che questo passaggio servisse a qualcosa di importante, forse per i riti, o magari per trasportare merci.
Quel tunnel è un indizio fortissimo. Fa pensare a un sistema complesso in cui il culto e la logistica portuale erano intrecciati. E non è tutto: già lo scorso anno la stessa missione aveva trovato un deposito votivo con più di 300 monete con l’effigie di Cleopatra VII, statuette, amuleti, oggetti rituali… tutto sommato in un solo luogo. Taposiris Magna non era un tempio qualunque: era un crocevia sacro, commerciale e forse anche politico, immerso nel cuore del Mediterraneo tolemaico.