Ultim’ora, notizia sconvolgente appena svelata | Ricercatori non stanno più nella pelle: ATLANTIDE è realmente esistita ed è in Sicilia

Come sarebbe parsa Atlantide

Come sarebbe parsa Atlantide (Freepik foto) - www.marinecue.it

Il segreto dagli abissi è stato finalmente svelato. Sono rimasti tutti senza parole: tracce svanite nel nulla finalmente riapparse

Tra i misteri più affascinanti dell’antichità, tra storia e mitologia, c’è sicuramente quello che riguarda la città di Atlantide, la sua origine, ma soprattutto la sua fine. Una città sommersa in merito alla quale non si hanno prove concrete, ma che tutti conoscono e riconoscono.

Tutto ebbe origine dall’opera realizzata dal celebre scrittone ellenico Platone, nota come “Timeo e Crizia“, risalente al VI Secolo a.C., in cui si narrava di una popolazione molto potente abitante un’isola sita oltre le “Colonne d’Ercole

Una civiltà marittima avanzatissima sotto il punto di vista architettonico, medico, ingegneristico e scientifico, più di ogni altra esistente allora sulla Terra. Tuttavia, la leggenda vuole che all’aumentare della prosperità crebbe anche la corruzione nella società atlantidea.

Fu proprio per questo motivo che gli Dei decisero di punire Atlantide e tutti i suoi cittadini, distruggendola in appena un giorno e una notte, a seguito di violenti terremoti e di una vasta inondazione.

Le profondità nascondono un tesoro inestimabile

Il Canale Youtube UStory ha pubblicato un video in cui viene lanciata la clamorosa ipotesi che evidenzierebbe un netto collegamento tra la Sicilia e proprio la città perduta di Atlantide. Ci troviamo lungo la costa della Trinacria, nei pressi della cittadina di Gela, resasi a sua insaputa protagonista di un evento destinato a mutare per sempre la concezione dei mari circondanti l‘Isola di Sicilia, già intrisi di misteri, mitologie e leggende di ogni genere. Esplorando le profondità marittime in prossimità della costa è stato infatti sorpreso un relitto antico, non caricato, però, con tradizionali anfore o altri prodotti usuali nell’atto dello scambio e della compravendita dei tempi antichi.

A 300 metri di distanza dalla riva e a neanche 3 metri di profondità ecco spuntare un relitto frammentato, che parrebbe risultare il resto di una nave commerciale utilizzata in epoca arcaica, databile all’incirca nel VI Secolo a.C., un periodo storico che vedeva le acque del Mediterraneo solcate perlopiù da mercanti, coloni e navigatori, con il principale scopo di commerciare. Una serie combinata di immersioni, rilevazioni sonar e approfondimenti condotti sistematicamente per mano della Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia.

Lingotti rivenuti nei pressi di Gela
Lingotti rivenuti nei pressi di Gela (SDMRS foto) – www.marinecue.it

Caratteristiche sempre più interessanti

Era il 2015 quando gli esperti si imbatterono in una serie di lingotti metallici, con colore simile a quello del bronzo, che fece immediatamente pensare alla produzione effettuata con tale materiale. Ma il peso eccessivo e la densità anomala indirizzarono immediatamente gli esperti verso la necessità di eseguire esami più approfonditi, i quali avrebbero condotto a comprendere come, oltre ad una percentuale trascurabile di ferro, nichel e piombo, gli oggetti fossero realizzati per il 75-80% circa in rame e per il 15-20% circa in zinco. Una lega artificiale che nell’epoca a cui i lingotti sono stati fatti risalire, non si avevano conoscenze ne strumenti adeguati per produrre, con possibilità di rendere concreto un simile prodotto solo dopo lo sviluppo della metallurgia industriale.

Nonostante non esistano fonti storiche che menzionino simili rilevamenti nel corso della storia, alcuni, disallineandosi dalle posizioni della scienza e della storia, hanno strizzato l’occhio alla mitologia. Proprio a Platone, che nella sua opera “Crizia” menzionava l’Oricalco, noto anche come rame di montagna, ampiamente utilizzato dagli atlantidei nelle decorazioni architettoniche e nella coniazione di monete. Un elemento ideale per lo sviluppo di una civiltà marittima per via della sua resistenza alla corrosione delle acque salate. Si tratta davvero della testimonianza più concreta della quale disponiamo circa un passato che resta ancora avvolto nel mistero?’