STOP all’abitudine di fare la pipì in mare | Scattato il divieto perenne: appena ti beccano sono dolori!

Divieto in mare (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Ecco un nuovo divieto che riguarda la balneazione nessuno pensava potesse mai essere attuato. Puoi beccarti la multa.
Andare al mare è un’attività amata da milioni di persone, ma non sempre è possibile fare il bagno liberamente. In molte località costiere italiane, i Comuni e le Capitanerie di porto stabiliscono divieti di balneazione per proteggere la salute dei cittadini e garantire la sicurezza.
I divieti possono riguardare sia tratti di mare inquinati, dove le analisi delle acque hanno rilevato la presenza di batteri o sostanze nocive, sia zone considerate pericolose per motivi naturali, come correnti troppo forti, fondali instabili o la vicinanza a porti e scali marittimi.
Oltre ai rischi ambientali, ci sono anche norme che limitano l’accesso all’acqua in certe ore della giornata o in condizioni meteorologiche avverse. Queste regole non vogliono rovinare l’esperienza dei bagnanti, ma servono a prevenire incidenti e situazioni di pericolo.
Per questo, è fondamentale rispettare i cartelli e le ordinanze esposte lungo le spiagge: ignorarli non solo espone a sanzioni, ma può mettere seriamente a rischio la propria vita. Un esempio molto diffuso di divieto riguarda le zone portuali e le aree vicine ai moli.
Perchè i divieti
Qui il traffico di imbarcazioni, i residui di carburante e la scarsa circolazione delle acque rendono il bagno non solo pericoloso, ma anche poco salubre. In altri casi, i divieti sono imposti in prossimità di foci di fiumi o scarichi, dove il rischio di inquinamento è più alto e le correnti possono essere particolarmente insidiose per i nuotatori.
Ci sono poi i divieti temporanei legati a fenomeni naturali: mareggiate improvvise, avvistamento di meduse urticanti o la presenza di forti correnti di risacca che possono trascinare al largo anche i nuotatori più esperti. In tutte queste situazioni, il rispetto delle regole diventa un atto di responsabilità non solo verso sé stessi, ma anche verso chi potrebbe dover intervenire per prestare soccorso.

Questo è assurdo
Come riporta geopop.it, il divieto di fare pipì in mare, introdotto in alcune spiagge della Spagna e del Portogallo, nasce dall’esigenza di proteggere l’ecosistema marino da fenomeni come l’eutrofizzazione. In zone particolarmente affollate, infatti, l’urina rilascia nell’acqua azoto, fosforo e residui chimici che possono alterare l’equilibrio naturale, favorendo la proliferazione di alghe e riducendo la quantità di ossigeno disponibile per pesci e altre specie.
Inoltre, le ordinanze locali sottolineano come l’aumento del turismo e l’allungamento della stagione balneare abbiano reso necessarie regole più severe per preservare la biodiversità. Anche se alcuni studi sostengono che l’impatto della pipì in mare sia trascurabile, le amministrazioni hanno preferito adottare un approccio preventivo, con multe per chi non rispetta le regole, per garantire la salute delle acque e delle barriere coralline.