ALLERTA GLOBALE MARI | Il caldo lì sta ammazzando tutti: navighi in un cimitero immenso

Caldo e pericoli (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Caldo e pericoli (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Una vasta area si sta trasformando rapidamente, rivelando segnali inquietanti che preoccupano scienziati e comunità costiere.

Chi si occupa di ambiente lo sa: gli oceani parlano prima degli altri. Quando iniziano a cambiare loro, vuol dire che qualcosa, da qualche parte, è già andato storto. Le temperature che salgono, la corrente che rallenta, pesci che spariscono. E il punto è che questi segnali stanno diventando sempre più frequenti, quasi come se ci stessero urlando addosso.

Negli ultimi tempi si vedono cose che fino a poco fa sembravano rare. Oggi non lo sono più. Fenomeni fuori scala, picchi climatici e intere regioni sconvolte da ondate di calore o piogge fuori stagione. E no, non è solo una questione di “tempo strano”, è qualcosa di più profondo, più sistemico.

Gli scienziati lo dicono chiaro e tondo: gli oceani stanno cambiando troppo in fretta e non riusciamo a stargli dietro. C’è un’area precisa che ultimamente tiene tutti col fiato sospeso. I numeri che arrivano sono da record – sì, un’altra volta. Ma questa volta c’è qualcosa di diverso, qualcosa che preoccupa anche chi è abituato a scenari estremi.

E nel frattempo, mentre la scienza cerca di capire meglio cosa stia succedendo là sotto, qualcosa di strano accade anche in superficie. Animali che non dovrebbero esserci, altri che scompaiono. Venti che girano in modo insolito, piogge che si spostano. È come se l’intero sistema fosse… no, è sbilanciato. Ma il vero nodo della questione, quello più inquietante, sta per venire a galla.

Cosa si muove davvero sotto il pelo dell’acqua

Come riporta Quotidiano Nazionale, è emersa una notizia che mette i brividi: nel Pacifico settentrionale si sta formando un’enorme ondata di calore marino – i ricercatori l’hanno ribattezzata “blob” – che copre oltre 8.000 chilometri, da un’estremità all’altra dell’oceano. Giappone da una parte, California dall’altra. È uno di quei fenomeni che, anche se non li vedi, li senti dappertutto.

Le acque sono così calde che ad agosto sono stati superati tutti i record mai registrati fin dal XIX secolo. In Giappone è stata l’estate più torrida mai vissuta (si sono toccati i 41,8 °C), mentre in California l’umidità è salita a livelli quasi tropicali. E non è finita qui: questa anomalia potrebbe cambiare persino il tragitto delle tempeste invernali, con effetti imprevedibili su pioggia e neve.

Gli effetti di caldo e siccità (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Gli effetti di caldo e siccità (Depositphotos foto) – www.marinecue.it

Un disastro silenzioso che torna a farsi vivo

Il vero disastro però – ed è qui che la situazione si fa davvero dura – riguarda gli esseri viventi che in quell’oceano ci vivono. Ricorda qualcosa? Già, tra il 2013 e il 2016 era successa una cosa simile. E fu un disastro: uccelli marini decimati, pesci migrati altrove, interi ecosistemi in tilt. Ora pare che quel film stia per essere proiettato di nuovo. Anche se su scala – forse – un po’ meno tragica, per ora.

Heather Renner, biologa dell’Alaska Maritime, racconta che alcune specie, come le urie comuni, non si sono mai riprese del tutto da quella botta. E quest’estate sono tornate le segnalazioni di carcasse e animali malati. Gli scienziati avvertono: non è un caso, è una tendenza. “Il Pacifico del Nord si sta scaldando più in fretta di qualsiasi altro oceano”, dicono. E forse questa febbre – così la chiamano – non se ne andrà tanto presto.