I polpi sono abili anche a cavalcare | Le sorprese continuano ogni giorno: ora ne hanno beccati a prendere passaggi da squali enormi e pericolosi

Illustrazione di un polpo (Canva FOTO) - marinecue.it
I polpi sono estremamente intelligenti e versatili, ed ora è stata fatta una scoperta molto interessante. Ora sfruttano altri animali!
I polpi sono veri maestri dell’adattamento. Dotati di un sistema nervoso complesso, sanno apprendere rapidamente, risolvere problemi e ricordare le esperienze. Questa intelligenza sorprendente, rara tra gli invertebrati, li rende capaci di affrontare ambienti e sfide molto diversi tra loro.
La loro destrezza è altrettanto impressionante. Con otto braccia dotate di centinaia di ventose sensibili, riescono a manipolare oggetti, aprire barattoli o smontare meccanismi complessi. Non si limitano a reagire: sperimentano e modificano le strategie quando incontrano ostacoli.
Sono anche artisti del mimetismo. Grazie a cellule specializzate nella pelle, cambiano colore e texture in un istante, confondendosi con rocce, sabbia o coralli. Questa abilità serve sia per cacciare che per sfuggire ai predatori, trasformando il corpo in un perfetto strumento di invisibilità.
Infine, i polpi mostrano comportamenti che ricordano l’uso di strumenti: raccolgono conchiglie per costruire ripari o difese mobili e organizzano il loro territorio con sorprendente metodo. Un insieme di doti che li rende tra gli animali marini più affascinanti e intelligenti.
Un incontro fuori dal comune
A volte il mare regala scene che sembrano uscite da un documentario di fantascienza. Nel Golfo di Hauraki, al largo della Nuova Zelanda, un gruppo di ricercatori ha immortalato un episodio davvero insolito: un polpo che si è letteralmente “attaccato” alla testa di uno squalo mako. Quest’ultimo è noto per essere tra i più veloci predatori oceanici e di solito vive in acque aperte, lontane dalla riva. Un contrasto sorprendente, considerando che i polpi preferiscono zone più vicine al fondale, dove si nascondono tra rocce e anfratti.
Questa osservazione ha subito acceso la curiosità del team scientifico che, durante una missione nel dicembre 2023, stava monitorando la fauna marina. Le immagini, catturate da droni e telecamere GoPro, hanno inizialmente lasciato perplessi: quella macchia arancione brillante sulla testa dello squalo sembrava quasi un graffio o forse un oggetto galleggiante. Solo dopo un’analisi più attenta si è scoperto che si trattava di un polpo vivo, perfettamente aggrappato al predatore.

Un comportamento inaspettato
Secondo quanto riportato da Modena Volta Pagina, il gruppo di ricerca guidato dalla biologa marina Rochelle Constantine dell’Università di Auckland ha seguito la scena per circa dieci minuti. Lo squalo mako non mostrava alcun segno di fastidio: nuotava con calma, senza scatti o tentativi di liberarsi. Un comportamento sorprendente, considerando che questo animale è abituato a spostarsi a grande velocità e difficilmente tollera interferenze.
La vera domanda, però, resta aperta: che cosa faceva un polpo, creatura legata al fondale, su un predatore pelagico? Le ipotesi non mancano. Forse il polpo stava cercando un passaggio verso altre zone, oppure si era trovato improvvisamente in acque aperte e ha usato lo squalo come rifugio di fortuna. Un’altra possibilità è che si trattasse di un incontro casuale, un raro incrocio tra due mondi marini che di solito non si toccano.