ALLERTA GUERRA IN MARE | La Cina circonda Taiwan e la NATO non sta di certo a guardare: si teme il peggio per il mondo

Scontri in mare (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
La situazione nelle acque internazionali è sempre più tesa tra i due fronti. Ecco cosa sta accadendo davvero.
Negli ultimi anni, il panorama internazionale è stato caratterizzato da crescenti tensioni tra il cosiddetto blocco occidentale, guidato da Stati Uniti, Unione Europea e alleati della NATO, e il blocco orientale, rappresentato principalmente da Russia, Cina e altri paesi che ne condividono le posizioni.
Queste tensioni si sono manifestate in diversi ambiti: politico, economico, militare e tecnologico. Da una parte, l’Occidente rivendica la difesa della democrazia, dei diritti umani e di un ordine internazionale basato su regole condivise; dall’altra, il blocco orientale sottolinea la necessità di un mondo multipolare, con più centri di potere e meno ingerenze da parte delle potenze storiche.
Un esempio evidente è la guerra in Ucraina, che ha acuito la contrapposizione tra NATO e Russia. Le sanzioni economiche imposte dall’Occidente e la risposta di Mosca hanno avuto ripercussioni globali, soprattutto in campo energetico e alimentare.
Parallelamente, la crescente influenza della Cina, sia sul piano commerciale che tecnologico, ha alimentato diffidenze e competizione con gli Stati Uniti, in particolare riguardo alla sicurezza informatica, al controllo delle catene di approvvigionamento e alla gestione delle rotte commerciali asiatiche.
Le tensioni del nostro tempo
Le tensioni non si limitano al piano geopolitico, ma si riflettono anche nella comunicazione e nella propaganda, con ciascun blocco che cerca di consolidare la propria narrativa interna e internazionale. Tuttavia, accanto ai conflitti, esistono anche spazi di dialogo e cooperazione, come nel campo della lotta al cambiamento climatico, nella gestione delle pandemie e nella ricerca scientifica.
Le tensioni tra i blocchi orientali e occidentali rappresentano una delle principali sfide del nostro tempo. Esse pongono il rischio di nuove divisioni globali, ma al contempo offrono l’occasione per ripensare i meccanismi di cooperazione internazionale. L’equilibrio tra competizione e collaborazione determinerà in larga parte la stabilità politica ed economica dei prossimi decenni.

Tensione in mare
Come riporta tg24.sky.it, la Fujian, terza portaerei varata dalla Cina, ha attraversato lo Stretto di Taiwan per esercitazioni e prove in mare. Secondo il ministero della Difesa, si tratta di attività regolari e in linea con il diritto internazionale, senza riferimenti a Paesi specifici. Pechino continua a ribadire la propria linea di sviluppo pacifico e una politica militare di natura difensiva. Considerata una risorsa strategica, la Fujian rappresenta non solo un potenziamento della capacità difensiva cinese, ma anche un simbolo del progresso tecnologico e industriale del Paese. La portaerei assume dunque un valore sia militare che politico, dimostrando al mondo il livello raggiunto dalla Cina nella modernizzazione delle sue forze armate.
Poche ore dopo il transito della Fujian, la nuova portaerei cinese, lo Stretto di Taiwan è stato attraversato dalle navi Nato USS Higgins e HMS Richmond. Questi passaggi così ravvicinati hanno fatto salire ulteriormente la tensione nello Stretto, provocando immediate proteste sia da Pechino sia da Washington e Londra. Da un lato la Cina ha denunciato l’azione come una provocazione che minaccia la stabilità regionale, dall’altro Stati Uniti e Regno Unito hanno rivendicato la libertà di navigazione in acque internazionali, sottolineando che non si tratta di una manovra ostile.