Vacanze di fine estate, occhio a dove prenoti | Questo è il mare italiano più pericoloso: entri in acqua sano ed esci malato

Mare pericoloso (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Mare pericoloso (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Mare cristallino non significa sempre mare sicuro: ecco perché è importante sapere dove ti stai tuffando davvero.

Quando si pensa alle vacanze estive, la mente corre subito al mare, al sole e a quei tuffi liberatori che sanno di libertà. Ma c’è una cosa che quasi nessuno fa (e invece dovrebbe): verificare com’è messo quel mare in cui ci si vuole buttare. Sì, proprio così. Perché non sempre l’acqua limpida è sinonimo di acqua sicura. E non è una questione estetica, ma sanitaria.

Capita spesso, infatti, che ci si lasci ingannare dall’apparenza. Se l’acqua è trasparente, si dà per scontato che sia pulita e balneabile. Ma purtroppo non è sempre così. In realtà, ci sono controlli specifici che determinano se un tratto di costa è sicuro o meno, e quei dati sono pubblici. Solo che… chi li guarda mai? La maggior parte delle persone parte con la convinzione che “dove c’è turismo, c’è qualità”, e invece può essere esattamente il contrario.

E attenzione: non stiamo parlando di spiagge sconosciute o mal gestite. In alcuni casi si tratta di località premiate con la Bandiera Blu, simbolo di eccellenza ambientale. Eppure, anche lì possono esserci tratti di mare inquinati. Come? Beh, per tanti motivi. Scarichi non trattati, fognature che non reggono le piogge estive, o semplicemente… sfortuna. Fatto sta che il rischio c’è, ed è concreto.

Non è raro che ci siano cartelli con scritto “divieto di balneazione”, ma spesso vengono ignorati o peggio ancora rimossi. Il problema è che i rischi per la salute non si vedono a occhio nudo: infezioni cutanee, mal di pancia, congiuntiviti… insomma, nulla di piacevole. Eppure si continua a fare il bagno come se niente fosse. Per abitudine, o per semplice disattenzione.

Quello che non ti aspetti dalle mete più scelte

Come riporta La Voce di Torino, secondo i dati raccolti da diverse agenzie ambientali, ci sono quattro regioni italiane che mostrano problemi piuttosto seri con la balneabilità. E parliamo di posti molto frequentati, mica spiagge dimenticate. Toscana, Campania, Sicilia e Liguria – nomi pesanti quando si parla di vacanze.

In certi casi si parla di elevate concentrazioni di batteri, in altri di inquinanti chimici non meglio identificati. E no, non è colpa del mare in sé, ma di quello che finisce dentro. Le analisi si concentrano soprattutto su due “ospiti indesiderati”: Escherichia Coli ed Enterococchi intestinali. Microrganismi che, se presenti in quantità eccessive, rendono l’acqua… beh, non proprio ideale per nuotarci dentro.

Divieto di balneazione (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Divieto di balneazione (Depositphotos foto) – www.marinecue.it

Le zone sotto osservazione

Entrando nel dettaglio, ecco dove sono stati segnalati i problemi circa un anno fa. In Campania, oltre alla già nota Licola, si parlava di situazioni critiche a Eboli e Capaccio, zone molto frequentate dai turisti.  In Sicilia, invece, l’area di Messina era sotto osservazione per via di possibili contaminazioni chimiche.

In Liguria, la città di Genova aveva chiuso ben quattro spiagge per rischio batteriologico. E in Toscana? Il problema sembrava più diffuso, con tratti di costa messi a dura prova dalle piogge torrenziali e da un sistema di depurazione non sempre all’altezza. La speranza è che oggi le situazioni siano cambiate e migliorate.