Scoperta sul fondale marino un’enorme montagna fino in superficie | È la prima volta che accade: partono le esplorazioni

Illustrazione di una spedizione (Canva FOTO) - marinecue.it
Si tratta di una scoperta fuori dal comune, con gli esploratori che sono già partito alla scoperta di questo interessantissimo sito.
Esplorare le profondità marine significa avventurarsi in un ambiente quasi alieno, dove la luce del sole non arriva e la pressione è enorme. È un viaggio che unisce tecnologia avanzata e curiosità scientifica, per scoprire territori ancora in gran parte sconosciuti.
Le spedizioni usano sottomarini abitabili, robot telecomandati (ROV) e veicoli autonomi (AUV), capaci di sopportare pressioni migliaia di volte superiori a quelle atmosferiche. Questi strumenti raccolgono immagini, campioni di acqua e sedimenti, e mappano i fondali con sonar ad altissima precisione.
Le scoperte sono sorprendenti: ecosistemi che vivono grazie all’energia chimica delle sorgenti idrotermali, relitti di antiche navi, nuove specie animali e perfino minerali rari. Ogni immersione aggiunge un tassello alla conoscenza della Terra e della sua storia geologica.
Oltre alla scienza, le esplorazioni profonde offrono spunti per l’innovazione: materiali resistenti, tecniche di robotica, modelli per studiare altri mondi oceanici, come quelli di Europa o Encelado. Un’avventura che unisce ricerca, tecnologia e meraviglia.
Un gigante nascosto sotto l’oceano
Nel cuore del Pacifico, a centinaia di chilometri dalle coste di Palau, si cela una montagna che fino a poco tempo fa non compariva su nessuna mappa. È un rilievo immenso, completamente sommerso, che per dimensioni non ha nulla da invidiare alle cime più celebri delle Montagne Rocciose. Pensare che, mentre sopra le onde scorrono rotte commerciali e correnti marine, sotto si innalzi una struttura simile a un’intera catena montuosa fa davvero riflettere su quanto il pianeta sia ancora pieno di sorprese.
Questa scoperta, frutto della campagna oceanografica Beyond the Blue della NOAA, aggiunge un tassello affascinante a ciò che si conosce delle profondità abissali. Si tratta di uno di quei luoghi dove la pressione è schiacciante e la luce del sole non arriva mai, eppure la geologia lavora da milioni di anni scolpendo paesaggi che rimangono invisibili. Una realtà che sembra quasi appartenere a un altro mondo, e che dimostra quanto poco sia stato esplorato dell’immenso fondale oceanico.

Dati, misure e il confronto con le vette emerse
Secondo quanto riportato da MeteoWeb, la montagna si eleva da una pianura abissale situata a circa 4.400 metri di profondità, raggiungendo la sommità a soli 240 metri sotto la superficie dell’oceano. In pratica, parliamo di un dislivello di circa 4.200 metri, una dimensione che la mette in diretta competizione con cime iconiche come il Pikes Peak in Colorado, uno dei “14-ers” nordamericani. Gli scienziati ritengono che possa trattarsi di un antico vulcano ormai inattivo, un seamount rimasto celato per millenni.
La mappatura è stata possibile grazie all’uso di sonar multifascio, strumenti capaci di “disegnare” il fondale con estrema precisione. Gli esperti della NOAA sottolineano che questo è solo l’inizio: montagne sottomarine simili potrebbero essere centinaia di migliaia, ma meno dello 0,1% è stato indagato in modo sistematico.