Mare, l’Adriatico adesso fa paura | Per evitare l’allagamento si ricorre alla maniera forti: bisogna operare subito

Illustrazione di un allagamento (Canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di un allagamento (Canva FOTO) - marinecue.it

Purtroppo la situazione non è molto positiva. Potrebbero aumentare gli allagamenti, e per questo bisogna intervenire tempestivamente.

Il mare può incantare con la sua bellezza, ma sa anche mostrare un volto pericoloso. Tempeste improvvise, onde anomale e correnti impreviste trasformano in pochi minuti un paesaggio tranquillo in un ambiente ostile. È una forza della natura che merita rispetto e attenzione.

Uno dei rischi più insidiosi sono le correnti di risacca, invisibili dalla superficie ma capaci di trascinare al largo anche nuotatori esperti. A queste si aggiungono mareggiate e forti venti che rendono difficile la navigazione e pericolosa la balneazione.

Le previsioni meteo-marine e le allerte della Capitaneria di Porto aiutano a prevenire tragedie, ma richiedono che chi frequenta il mare sappia leggerle e vi presti ascolto. La prudenza diventa una vera forma di sicurezza.

Rispetto e preparazione sono quindi essenziali. Conoscere i segnali, evitare di sfidare onde e correnti e dotarsi di equipaggiamento adeguato significa trasformare il mare da potenziale minaccia a compagno da vivere in modo consapevole.

La situazione è critica!

Quando il mare diventa aggressivo, non sono solo le onde a fare paura. C’è l’erosione, lenta ma costante, che può mangiarsi la spiaggia e minacciare dune e pinete. In certe zone della costa adriatica, ogni mareggiata lascia un segno più profondo, come se la sabbia si ritirasse un po’ alla volta. La sensazione è quella di un confine fragile tra terra e acqua, che col tempo rischia di spostarsi sempre più all’interno.

Per chi vive o lavora vicino al litorale, vedere questo cambiamento è tutt’altro che astratto: significa perdere metri di spiaggia, dover rinforzare argini e persino temere per case e stabilimenti. Non stupisce che tecnici e amministratori cerchino soluzioni nuove, non solo per arginare i danni immediati ma anche per restituire equilibrio agli ecosistemi marini.

Illustrazione di un allagamento in corso (Canva FOTO) - marinecue.it
Illustrazione di un allagamento in corso (Canva FOTO) – marinecue.it

Qual è la soluzione?

Un intervento interessante arriva dal progetto LIFE NatuReef, come riportato da Ravennanotizie. Qui si prevede la costruzione di una scogliera sommersa lunga circa 200 metri e larga una ventina, posizionata a circa 200 metri dalla riva e a una profondità tra 2 e 2,8 metri. L’opera, realizzata con massi calcarei e “materassi” di rete riempiti di materiale naturale, avrà anche una funzione ecologica: al suo interno verranno seminate ostriche autoctone e favoriti insediamenti di Sabellaria spinulosa, un piccolo anellide che crea habitat marini preziosi.

Il progetto, che coinvolge Comune di Ravenna, Università di Bologna, il Parco del Delta del Po e vari enti ambientali, conta su circa un milione di euro di fondi europei e locali. I lavori dovrebbero partire entro l’anno, con monitoraggi per valutare l’efficacia e capire se replicare l’idea altrove. Un esempio di come ingegneria e natura possano collaborare per proteggere la costa tra la foce del Bevano e Lido di Dante.