Enorme ciclone tropicale | Grande quanto l’intera Unione Europea: una catastrofe senza eguali

Enorme ciclone (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Un colosso atmosferico che riscrive i limiti della natura e segna un punto di svolta nella storia dei cicloni tropicali.
A volte la natura tira fuori delle carte davvero assurde. Parliamo di quei momenti in cui il mondo sembra smettere di funzionare come dovrebbe e succede qualcosa che ti lascia… a bocca aperta. Fenomeni tanto vasti e potenti da sembrare inventati, roba che se la vedi in un film dici “vabbè, esagerato”. E invece no, succede davvero. Ed è in quei casi che la scienza si mette in allerta, cercando di capire cosa cavolo sia successo.
Un ruolo chiave, come spesso capita, lo giocano gli oceani. Sono loro i veri motori del clima, anche se spesso lo dimentichiamo. Assorbono calore, rilasciano umidità, e quando le condizioni si allineano… boom, si formano quelle strutture enormi, quei mostri d’aria e acqua che iniziano a muoversi come se avessero una volontà propria. È un equilibrio delicatissimo, e ogni volta che si rompe succede qualcosa di fuori scala.
Hai presente quelle immagini da satellite dove un’enorme spirale bianca copre mezzo pianeta? Ecco, quelle. Non è fantascienza: sono tempeste reali, con numeri da capogiro. La scienza li chiama eventi eccezionali, estremi… ma diciamolo: sono eventi che fanno paura. E servono anche come avvertimento, perché ogni volta che uno di questi si forma, ci ricorda che siamo piccoli, davvero piccoli.
E non si tratta solo di vento e pioggia, eh. Dietro a queste tempeste ci sono numeri precisi: la pressione che crolla, il vento che accelera, un’energia che cresce senza sosta. E quando tutti questi fattori si combinano nel modo peggiore, non si parla più di maltempo. Si parla di mostri, nel vero senso della parola. E sono eventi che restano impressi.
La macchina perfetta dell’atmosfera
Tutta quella potenza non è spuntata dal nulla. Il Pacifico gli ha dato tutto quello che serviva: calore, umidità e spazio per crescere. Ed è proprio lì, tra onde e correnti, che ha preso forma. In pochi giorni è diventato enorme, un vortice gigantesco pronto a spazzare via qualsiasi cosa incontrasse.
Gli esperti lo usano come modello di riferimento per capire i limiti estremi delle tempeste tropicali. Serve per migliorare le previsioni, per cercare — almeno in parte — di prevedere cosa potrebbe succedere.

Un evento estremo che ha lasciato il segno
Come riporta Everyeye, nel 1979, nel Pacifico occidentale — proprio là dove l’acqua è calda e profonda — si formò una cosa che definire “tempesta” è riduttivo. Si chiamava Typhoon Tip, e sì, è stato il ciclone tropicale più grande e potente mai registrato nella storia moderna. Le sue dimensioni? Tipo metà degli Stati Uniti, che equivalgono circa all’intera Unione Europea. Prova a immaginare una massa d’aria così grande che si stende da una costa all’altra… assurdo.
E non finisce qui. Tip detiene ancora il record della pressione atmosferica più bassa mai misurata a livello del mare. Che detta così sembra solo un dato tecnico, ma in realtà vuol dire che quella tempesta aveva una forza devastante. Più la pressione scende, più un ciclone diventa una bestia difficile da fermare. E Tip… era una di quelle bestie.