Squalo, se vedi questo non avere paura | È innocuo per gli uomini: alcuni popoli lo venerano come una divinità

Ombra di uno squalo (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Un colosso degli oceani che nuota accanto all’uomo: venerato, osservato e mai temuto per la sua indole pacifica.
Parlare di squali spesso mette un po’ di ansia, diciamocelo. Nell’immaginario comune, appena si nomina la parola “squalo”, subito scatta quella tensione alla “film anni ’70”. Ma ecco, non tutti gli squali sono lì per fare paura. Ce n’è uno in particolare — e no, non è affatto piccolo — che spiazza completamente. Non tanto per quello che fa, ma per come lo fa.
Ti è mai capitato di vedere quelle riprese subacquee in cui tutto è calmo, e a un certo punto spunta una sagoma enorme, lenta, silenziosa? Beh, certe creature sembrano appartenere a un altro mondo. Appaiono, si mostrano e spariscono come se il mare stesso le stesse proteggendo. Alcune culture, specialmente in zone tropicali, ne parlano con rispetto quasi religioso. Non è solo “un pesce grosso”, è qualcosa di più profondo, simbolico.
In certe zone, specie nei villaggi affacciati sul mare, la comparsa di questi giganti viene presa sul serio. Cioè, proprio sul serio-serio. Per alcuni è quasi un segno — tipo che le cose andranno bene, che la pesca sarà abbondante, o che il mare è in pace. Il rispetto verso queste bestie non è nato ieri: è radicato, tramandato, pieno di piccoli gesti e credenze che raccontano un legame autentico tra uomo e natura.
E poi c’è questa cosa che colpisce davvero: quando lo guardi negli occhi — sì, sembra assurdo — non c’è quel classico sguardo predatorio che ti aspetti. C’è calma. C’è una specie di… dolcezza? Non so bene come dirlo. È come se quel gigante del mare sapesse che non ha nulla da temere e, allo stesso tempo, nulla da minacciare. Ma cosa rende davvero speciale questa creatura? Cosa fa di così diverso?
Comportamenti sorprendenti in un ambiente unico
Allora, c’è questo posto incredibile in Indonesia, la baia di Cenderawasih — già il nome suona poetico — dove succede una roba mai vista: il cosiddetto “feeding verticale”. Sì, lo squalo si mette praticamente in piedi sott’acqua, a testa in su, e inizia ad aspirare tutto quello che trova a galla. Una scena che sembra quasi inventata, ma che è vera e documentata.
Tutto gira attorno a delle piattaforme da pesca, chiamate “bagan”, dove i pescatori usano le luci per attirare piccoli pesci durante la notte. E guarda un po’, questi pesciolini diventano una tentazione irresistibile per il nostro gigante buono. Non c’è bisogno di rincorrerli: basta starsene lì, tranquillo, e aspettare. Il bello? È un momento di reciproca convivenza. L’uomo pesca, lo squalo osserva — e a volte, riceve anche un piccolo “regalino”.

Un rituale che unisce mare e spiritualità
Come riporta Scubaportal.it, c’è un legame davvero affascinante tra lo squalo balena e i pescatori Bajau. Gente di mare, abituata a vivere in simbiosi con l’oceano, spesso senza nemmeno toccare terra per settimane. Quando questi giganti si avvicinano ai bagan, i pescatori fanno un gesto bellissimo: gli lanciano pesci come segno di rispetto. E non è solo un vezzo, è un rito vero e proprio.
Per loro, lo squalo balena non è solo un animale. È quasi un portafortuna vivente, una specie di spirito del mare che, se trattato bene, ricambia con benevolenza. Così, giorno dopo giorno, si rinnova questo scambio: qualche manciata di pesce in cambio di una presenza rassicurante. E, chissà, forse anche di una pesca più abbondante. Alla fine, in quell’acqua calda e limpida, succede qualcosa che va oltre la biologia. È rispetto. È equilibrio. È un pezzo di mondo che funziona, per una volta.