Alto rischio per gli squali | Il problema sono gli Oceani: completamente mutati a causa dell’inquinamento

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Gli squali che vivono negli oceani corrono un alto rischio di mutazioni. L’inquinamento sta compromettendo il loto DNA.
L’inquinamento degli oceani è una delle emergenze ambientali più gravi del nostro tempo. Ogni anno milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare, causando danni irreparabili agli ecosistemi marini. Le bottiglie, i sacchetti, le microplastiche e persino le reti da pesca abbandonate soffocano gli animali, danneggiano i coralli e compromettono l’intero equilibrio della vita marina.
Non si tratta solo di un problema estetico o localizzato: i rifiuti viaggiano con le correnti, accumulandosi in enormi isole di plastica, come quella presente nell’Oceano Pacifico, grande quasi quanto la Francia. Oltre alla plastica, gli oceani subiscono l’impatto delle sostanze chimiche, come pesticidi e metalli pesanti, che vengono riversati dai fiumi.
Questi inquinanti entrano nella catena alimentare, minacciando non solo pesci e uccelli, ma anche la salute umana. Il consumo di pesce contaminato da mercurio o microplastiche è già un rischio concreto per le persone. L’acidificazione degli oceani, dovuta all’eccessiva presenza di anidride carbonica, rappresenta un ulteriore pericolo: indebolisce le conchiglie, i coralli e tutti gli organismi che dipendono dal calcio per sopravvivere.
Contrastare l’inquinamento marino è possibile solo con un impegno globale. Ridurre l’uso della plastica, migliorare la gestione dei rifiuti, promuovere il riciclo e sostenere pratiche di pesca sostenibile sono passi fondamentali. Anche i comportamenti individuali, come evitare prodotti usa e getta o partecipare a campagne di pulizia delle spiagge, hanno un impatto significativo.
Come proteggerli
Proteggere l’oceano significa proteggere il futuro del pianeta e delle generazioni che verranno, perché senza oceani sani la vita sulla Terra non può esistere. Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda l’impatto dell’inquinamento sugli equilibri climatici.
Gli oceani, infatti, funzionano come un enorme polmone blu, assorbendo gran parte dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera e regolando le temperature globali. Quando sono compromessi dall’inquinamento e dalla perdita di biodiversità, questa capacità si riduce drasticamente, accelerando i cambiamenti climatici.

Allarme per gli squali
Come riporta libero.it, il fenomeno dell’acidificazione degli oceani è una delle conseguenze più gravi dei cambiamenti climatici. Ogni anno, enormi quantità di CO₂ emesse dalle attività umane vengono assorbite dai mari, modificandone il pH e rendendo l’acqua sempre più acida. Questo processo mette a rischio non solo gli squali, ma l’intero ecosistema marino, dalle barriere coralline ai piccoli organismi che costituiscono la base della catena alimentare.
La perdita dei denti negli squali è solo un segnale di quanto l’alterazione chimica dell’acqua possa trasformare la vita marina. Se non si riducono drasticamente le emissioni di gas serra, molte specie potrebbero non sopravvivere, con effetti a cascata anche per l’uomo, che dagli oceani ricava cibo, ossigeno e stabilità climatica.