Mare, l’allerta era stata lanciata 35 anni fa ma nessuno ci ha dato peso | Sta accadendo l’irreparabile: tutti spazzati via

Tempesta in corso (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Questo pericolo in merito al mare era stato previsto decenni fa, ma oggi i dati confermano uno scenario ben peggiore.
A volte gli avvertimenti arrivano troppo presto. Ci sono segni, chiari anche, che però passano inosservati — come se l’urgenza non fosse ancora “abbastanza urgente”. Ecco, questo è uno di quei casi. Un allarme lanciato decenni fa, rimasto lì a fluttuare nell’aria come un messaggio in bottiglia che nessuno ha voluto aprire. Ora, però, sta succedendo qualcosa, e ignorarlo non è più un’opzione.
Negli anni si è parlato tanto di scenari futuri, modelli matematici, tabelle previsionali. Tutto molto tecnico. Ma diciamocelo: per molta gente era roba da addetti ai lavori. Le previsioni, soprattutto quando si tratta di decenni, sembrano cose lontane, quasi astratte. Solo che il tempo passa, e quelle proiezioni oggi ci stanno guardando dritto in faccia.
Il vero problema? La disattenzione generale. Tra summit climatici e belle parole, la realtà ha continuato a cambiare. In silenzio. Senza chiedere il permesso. E mentre le decisioni si rimandavano, le conseguenze si accumulavano. Ora la questione non è più “se” ma “quanto”, e soprattutto “quando”.
Ma attenzione: non tutto è passato inosservato. I satelliti, ad esempio, non hanno mai smesso di guardare. Hanno registrato, misurato, confrontato. Trenta e più anni di dati raccolti dal cielo che oggi raccontano una storia che in molti avrebbero preferito ignorare. E invece è lì. Nera su bianco.
Un’attesa lunghissima per una risposta scomoda
Come riporta Tom’s Hardware, nel ’96 l’IPCC aveva lanciato una stima: 8 cm di innalzamento del livello del mare in trent’anni. Una previsione che — incredibile ma vero — ci è andata vicinissimo. I dati reali parlano di 9 cm. Solo un centimetro in più. Non male, considerando che trent’anni fa non c’erano gli strumenti che abbiamo oggi.
Lo studio, firmato Tulane University e pubblicato su Earth’s Future, conferma tutto: i modelli climatici degli anni ’90 erano decisamente solidi. Hanno retto al confronto con i dati satellitari raccolti in tre decenni. Certo, una piccola sottovalutazione c’è stata — quella dello scioglimento dei ghiacci, che ha inciso più del previsto — ma il quadro generale era giusto. Molto più giusto di quanto si pensasse. La parte davvero inquietante?

Non c’è più margine d’errore
Il ritmo a cui tutto questo sta succedendo. In trent’anni, la velocità con cui il mare si alza è praticamente raddoppiata. Non stiamo parlando di un fenomeno lineare, ma di un’accelerazione costante. E in alcune zone del mondo, questo può voler dire la fine. Di intere comunità, di habitat, di economie costiere.
Sonke Dangendorf, uno degli autori dello studio, lo dice chiaro: il prossimo passo sarà tradurre questi dati globali in scenari locali. Perché non basta sapere che il mare si alza. Bisogna capire dove, quanto, quando. Alcune aree — tipo la Louisiana meridionale — sono già appese a un filo. E in futuro, potrebbe verificarsi anche il collasso improvviso delle calotte glaciali. È improbabile, dicono. Ma non impossibile.