ADDIO stelle marine, siamo alla fine di un’era | Sono tutte malate: la loro estinzione è inevitabile

Illustrazione di alcune stelle marine (Canva FOTO) - marinecue.it
Purtroppo, le stelle marine sono destinate a scomparire. Non godono di ottima salute, e il destino sembra essere questo!
Le stelle marine sono tra le creature più affascinanti che popolano i fondali. Il loro aspetto simmetrico, quasi geometrico, le rende immediatamente riconoscibili e spesso associate a un’immagine di calma e bellezza.
Nonostante il nome, non sono pesci ma echinodermi, parenti di ricci e cetrioli di mare. La loro struttura è particolare: niente cervello né cuore, ma un sistema idraulico interno che muove i tentacoli e permette loro di spostarsi lentamente.
Un’altra caratteristica sorprendente è la capacità di rigenerarsi. Una stella marina può ricrescere un braccio perduto e, in alcuni casi, persino rigenerare l’intero corpo a partire da una sola parte.
Oltre al fascino biologico, le stelle marine hanno un ruolo importante negli ecosistemi marini. Contribuiscono a mantenere l’equilibrio della vita sui fondali, nutrendosi di molluschi e regolando le popolazioni di altre specie.
Un enigma nei fondali
Per anni le coste del Pacifico hanno raccontato una storia inquietante. Migliaia di stelle marine ritrovate deformate, con braccia che si staccavano o corpi ridotti a masse molli, quasi irriconoscibili. Uno spettacolo che ha colpito non solo i biologi, ma anche chiunque si trovasse davanti a quelle carcasse che ricordavano più un incubo che la vita marina.
L’ipotesi più diffusa parlava di un virus, una spiegazione che sembrava convincente ma non bastava a chiarire il quadro. Restava una sensazione sospesa, come se dietro ci fosse un attore nascosto, un elemento trascurato che portava alla rovina milioni di esemplari. Insomma, la situazione non è proprio positiva, e potrebbe diventare sempre più critica.

Cosa sta succedendo?
Come riportato da Libero, la ricerca scientifica ha finalmente individuato il responsabile: un batterio chiamato Vibrio pectenicida, e in particolare il ceppo FHCF-3. Isolato dai fluidi interni delle stelle marine malate, si è dimostrato capace di riprodurre i sintomi devastanti della malattia nota come sea star wasting disease, rispettando i criteri di Koch che certificano la relazione diretta tra un patogeno e la malattia che provoca .
Le cifre danno la misura della catastrofe: oltre venti specie colpite lungo la costa pacifica del Nord America, con il crollo di circa il 90% delle popolazioni di stella marina girasole (Pycnopodia helianthoides). La scomparsa di questo predatore ha scatenato un effetto domino: i ricci di mare, senza più nemici naturali, sono cresciuti a dismisura divorando intere foreste di kelp, ecosistemi fondamentali sia per la biodiversità che per l’assorbimento di CO₂. In altre parole, la perdita di un singolo organismo sta compromettendo la salute di un intero ambiente.