Dobbiamo dire addio a molti pesci | Non arriveranno più sulle nostre tavole: la colpa è tutta dell’inquinamento

Cosa succede? (canva.com) - www.marinecue.it
Crisi oscura nel mare più contaminato d’Europa: la pesca è in un declino totale. Decisioni e prospettive dietro al fenomeno.
Parlando di ecosistemi marini vulnerabili, l’Europa presenta vari casi significativi che dimostrano quanto l’azione umana stia lentamente modificando equilibri secolari, e non per il meglio.
A causa della sua struttura geografica e della densità di attività industriali e turistiche, molte zone marine oggi affrontano crisi complesse caratterizzate da inquinamento diffuso, cambiamenti climatici che alterano temperatura e salinità, insieme a un eccessivo sfruttamento ittico.
Questi problemi non si limitano alla diminuzione delle popolazioni ittiche, ma coinvolgono anche il degrado degli habitat e la perdita di biodiversità, con conseguenze a catena sugli interi ecosistemi.
In questo contesto preoccupante, la Commissione europea ha annunciato significativi tagli alle quote di pesca per l’anno prossimo: una decisione che evidenzia non solo la gravità della situazione ambientale, ma anche la necessità di interventi coordinati per prevenire il collasso totale di importanti ecosistemi.
Declino inarrestabile: le cause
Secondo le indicazioni scientifiche dell’Ices, riportate da Gambero Rosso, la diminuzione degli stock di molte specie è ormai insostenibile. Per il merluzzo le restrizioni sono drammaticamente rigorose: -84% per il merluzzo occidentale e -63% per quello orientale, consentendo solo le catture accessorie inevitabili. Anche le aringhe registrano situazioni difficili: nel Golfo di Botnia si prevede una riduzione del 62%, mentre nel Golfo di Riga del 17%. Ulteriori misure riguardano la passera di mare (-3%) e l’aringa occidentale, per la quale si prevede un abbattimento delle catture della metà. Anche il salmone, un tempo in abbondanza, subirà una diminuzione delle proprie quote del 27% nel bacino principale.
Il merluzzo è in condizione critica dal 2019 e le misure adottate finora non hanno cambiato la situazione, stando ai dati. L’aringa occidentale rimane sotto i livelli minimi e la Commissione ha suggerito di abolire le esenzioni per la pesca costiera di piccole dimensioni. La situazione nel Botnia è particolarmente grave, con la popolazione ai minimi storici.

Il mare più contaminato d’Europa
Secondo Gambero, il Baltico è considerato il mare più inquinato del continente. Oltre alla pressione derivante dalla pesca, ci sono sconvolgimenti climatici, perdita di biodiversità e preoccupanti livelli di contaminanti chimici. A peggiorare le cose, pratiche scorrette come la sotto-dichiarazione delle catture.
Per questo motivo, mantenere le popolazioni ittiche sopra i limiti minimi stabiliti dagli scienziati è fondamentale per assicurarne la sopravvivenza e scongiurare la rovina degli ecosistemi. Come dichiarato dal Commissario per la Pesca e gli oceani, Costas Kadis: «Troppi stock ittici sono vicini al collasso e l’ecosistema sta peggiorando. Dobbiamo ricostituire gli stock ittici e rafforzare l’ecosistema del Baltico. Deve trattarsi di uno sforzo congiunto».