Riposava negli abissi dal 1748 | Ritrovata una nave esplosa in combattimento: un tesoro enorme

Illustrazione di un relitto (Canva FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di un relitto (Canva FOTO) - marinecue.it

Era scomparsa da secoli, eppure ora è stata trovata qualche traccia. Questa nave è un vero e proprio tesoro, sia culturale che storico.

Le navi affondate hanno sempre esercitato un fascino particolare, a metà tra mistero e avventura. Ogni relitto racconta una storia sospesa nel tempo, fatta di viaggi interrotti, rotte dimenticate e destini imprevisti.

Molte di queste imbarcazioni giacciono per decenni, o persino secoli, nascoste sul fondo del mare. Alcune sono mercantili carichi di beni, altre navi da guerra, testimoni di battaglie ormai lontane.

Quando vengono ritrovate, spesso grazie a nuove tecnologie come i sonar o i robot subacquei, non rivelano soltanto il loro carico, ma aprono finestre sulla vita delle persone che le hanno vissute. Oggetti quotidiani, utensili, resti di merci diventano frammenti preziosi di memoria.

Questi ritrovamenti non sono solo suggestivi: hanno anche grande valore storico e scientifico. Studiare un relitto significa comprendere meglio le rotte commerciali, le tecniche di costruzione navale e i legami culturali tra popoli separati da mari e oceani.

Un’immersione che diventa scoperta

Nei pressi di Brunswick Town, in Carolina del Nord, un gruppo di archeologi si è calato nelle acque torbide del fiume Cape Fear. Lì, dove la visibilità è quasi nulla e ogni dettaglio affiora solo all’ultimo momento, sono comparsi oggetti sparsi: cocci di ceramica, vecchie bottiglie, pipe consunte. Poi, all’improvviso, qualcosa di molto più grande: travi di legno che sembravano disegnare la sagoma di una nave.

Gli esperti Jason Raupp e Jeremy Borrelli, che guidavano la missione, hanno presto dato un nome a quei resti: si trattava della nave “La Fortuna”, affondata nel 1748. Le 47 sezioni lignee, ancora collegate tra loro, erano rimaste per secoli sepolte sotto strati di sedimenti, quasi dimenticate, finché il lavoro di ricerca non le ha riportate alla luce.

Illustrazione di parte di un relitto (Canva FOTO) - marinecue.it
Illustrazione di parte di un relitto (Canva FOTO) – marinecue.it

Una vicenda rimasta in sospeso

Come riportato da Day Hospital SRL, dietro a quel relitto c’è una storia precisa, risalente al settembre del 1748. Due navi spagnole, durante una sosta al largo della costa, vennero attaccate dai coloni locali. Nel mezzo del conflitto, una delle imbarcazioni esplose e si inabissò. Proprio quell’esplosione, narrata dalle cronache del tempo, sembra ora coincidere con i resti di legno di cipresso centroamericano rinvenuti dagli archeologi, che confermano la provenienza e le tecniche di costruzione tipiche delle navi spagnole del periodo.

La riscoperta di “La Fortuna” non è soltanto un fatto curioso, ma un tassello che arricchisce la comprensione del passato coloniale e dei traffici atlantici. Ogni relitto, in fondo, è un frammento di memoria incastonato nel fondale: riemerge silenzioso, quasi per ricordare che la storia non si perde, ma resta lì in attesa di qualcuno disposto ad ascoltarla.