Questa scoperta stravolge tutto ciò che si dava per certo sugli Oceani | È bastata quest’alga a mandare in crisi gli scienziati

Illustrazione di alcune alghe (Canva FOTO) - marinecue.it
Alcune conoscenze sugli oceani sono assodate, eppure ogni tanto qualche nuova notizia emerge e sconvolge tutto.
Le alghe sono tra gli organismi più importanti degli oceani, anche se a volte passano inosservate rispetto ad animali più appariscenti. Sono presenti in forme molto diverse, dalle microscopiche fitoplancton alle imponenti foreste di kelp che ondeggiano sotto la superficie.
La loro funzione principale è quella di produrre ossigeno attraverso la fotosintesi. Si stima che oltre metà dell’ossigeno che respiriamo arrivi proprio dalle alghe marine, un contributo fondamentale al mantenimento della vita sul pianeta.
Ma non è solo questo: le alghe sono anche la base di molte catene alimentari. Pesci, molluschi e crostacei dipendono da loro direttamente o indirettamente, rendendole un tassello cruciale per l’equilibrio degli ecosistemi marini.
Infine, hanno un ruolo ecologico enorme come “ingegneri ambientali”: creano habitat per altre specie, proteggono le coste dall’erosione e assorbono anidride carbonica, aiutando a contrastare i cambiamenti climatici.
Tracce inaspettate
La storia della vita negli oceani sembra più lunga e intricata di quanto si pensasse. Alcuni ricercatori hanno infatti rinvenuto in Cina meridionale resti microscopici di alghe calcaree che risalgono a circa 250 milioni di anni fa. Una data che sorprende, perché sposta indietro di ben quaranta milioni di anni l’origine di questi minuscoli organismi che hanno avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione del mare.
Non si tratta di resti qualunque, ma di coccolitoforidi: piccolissime alghe in grado di produrre strutture di calcite, i cosiddetti coccoliti. E proprio queste minuscole impronte fossili, rimaste intrappolate nei sedimenti, hanno permesso agli studiosi di riscrivere un capitolo della storia della Terra. Insomma, si tratta di una ricerca molto interessante.

Alghe che cambiano il pianeta
Come riportato da Rivista Natura, i coccolitoforidi, grazie a un processo noto come coccolitogenesi, costruiscono gusci sferici detti coccosfere. Alla loro morte, questi scheletri minerali si depositano sui fondali marini e diventano nanofossili calcarei. È un meccanismo che non solo ha arricchito i sedimenti per milioni di anni, ma ha anche influenzato il clima globale: assorbendo anidride carbonica durante la fotosintesi e seppellendola poi nei sedimenti oceanici.
Secondo le paleontologhe Elisabetta Erba e Cinzia Bottini dell’Università di Milano, come riportato da Rivista Natura, l’emergere della coccolitogenesi subito dopo l’estinzione di massa del Permiano segna un passaggio cruciale: come se la vita, dopo una catastrofe, avesse trovato nuove strade per adattarsi e prosperare. In altre parole, quei minuscoli fossili non sono solo curiosità scientifiche, ma testimonianze di un equilibrio tra oceani, geologia e innovazione biologica che ha gettato le basi degli ecosistemi marini moderni.