Mediterraneo, dallo Spazio lanciano l’allarme | Hanno trovato l’impensabile: i fondali sono diventati macrodiscariche

Illustrazione del Mediterraneo (Canva FOTO) - marinecue.it
Purtroppo la situazione non è proprio positiva, anzi è il contrario. E’ stato trovato di tutto e di più, e la faccenda si complica.
L’immondizia nei mari è ormai una delle emergenze ambientali più gravi del nostro tempo. Bottiglie di plastica, reti da pesca abbandonate e microplastiche invisibili agli occhi si accumulano negli oceani, trasformandoli in vere discariche galleggianti.
Il problema non riguarda solo l’aspetto estetico delle spiagge o delle acque, ma colpisce in pieno la vita marina. Pesci, tartarughe e uccelli marini finiscono spesso intrappolati o ingeriscono frammenti di plastica scambiandoli per cibo.
Gli effetti, però, non si fermano agli animali. Quelle stesse microplastiche entrano nella catena alimentare e arrivano anche sulle nostre tavole, con rischi ancora poco chiari ma sicuramente preoccupanti per la salute umana.
Ridurre i rifiuti, riciclare correttamente e limitare l’uso della plastica usa e getta sono passi fondamentali. Perché la soluzione non può che partire da terra, prima che i nostri mari diventino irrecuperabili.
Una situazione pericolosa
Il Mediterraneo viene spesso celebrato come un mare unico al mondo, culla di civiltà e di biodiversità, ma nasconde anche un lato oscuro che non si vede a occhio nudo. L’immagine che si ha comunemente è quella di acque azzurre e coste pittoresche, ma basta scendere un po’ in profondità per scoprire una realtà molto meno romantica.
Questa contraddizione colpisce particolarmente: da un lato la ricchezza naturale, dall’altro una minaccia silenziosa che scivola giù verso gli abissi. La questione non riguarda solo il paesaggio o la bellezza perduta, ma tocca da vicino la salute del mare stesso e, in un certo senso, anche la nostra. La situazione non è, purtroppo, delle migliori.

Una scoperta particolare
Come riportato da Passione Astronomia, nella Fossa di Calipso nel Mar Ionio, a più di 5.000 metri sotto la superficie, è stato rinvenuto un accumulo sorprendente di rifiuti. Parliamo di 167 oggetti individuati, di cui ben 148 riconosciuti come spazzatura vera e propria: plastica, vetro, metalli, perfino resti cartacei. I restanti 19, pur non essendo classificati con assoluta certezza, sembrano anch’essi avere origine antropica. Una quantità del genere, a quella profondità, rappresenta uno dei casi di inquinamento più rilevanti documentati nel Mediterraneo.
La Fossa di Calipso è un abisso a forma di rene, situato a circa 60 km dal Peloponneso, con un fondo quasi piatto che si estende per 20 chilometri di lunghezza e 5 di larghezza. Proprio lì un sommergibile con equipaggio ha immortalato fotograficamente i rifiuti, testimonianza diretta di come detriti provenienti sia dalla terraferma sia dalle attività in mare possano spingersi fino alle zone più remote.