Antartide, un sottomarino ha fatto delle scoperte incredibili | La ricerca si è fermata sul più bello: è scomparso nel nulla

Scoperte incredibili in Antartide (Canva) - marinecue.it
In Antartide, nel cuore del ghiaccio, son state effettuate scoperte incredibili, che si sta cercando di spiegare.
La curiosità è una delle caratteristiche più affascinanti della natura umana. Non a caso, sin da piccoli ci si spinge a fare domande, esplorare il mondo, e cercare risposte a ciò che non conosciamo. Essendo, la stessa, un motore interiore il quale alimenta la nostra voglia di scoprire e capire.
Ogni giorno, siamo circondati da novità, cambiamenti e informazioni che suscitano la nostra attenzione. Motivo per cui, vogliamo sapere cosa succede nel mondo, nei social, nella vita degli altri, poiché ci fa sentir coinvolti e connessi alla realtà che ci circonda.
In molti casi, la curiosità nasce anche dal desiderio di migliorare la nostra vita, o di proteggerci da ciò che non comprendiamo. Dato che sapere cosa accade attorno a noi, ci permette di prender decisioni più consapevoli, e adattarci meglio alle situazioni.
Infine, esser curiosi ci aiuta a evolverci: così che ogni nuova conoscenza, ampli la nostra mente, stimoli la creatività, e ci renda più aperti verso il cambiamento. Dal momento che è proprio grazie alla curiosità se l’umanità ha fatto passi da gigante, in tutti i campi.
Un viaggio nel cuore dei ghiacciai
All’inizio del 2024, il sottomarino autonomo “Ran” è misteriosamente scomparso sotto la piattaforma di ghiaccio Dotson, in Antartide occidentale.Facendo sì, però, che prima di perdere ogni suo segnale, permettesse agli scienziati di esplorare, per la prima volta, l’enorme cavità nascosta tra il fondale oceanico, e la massa di ghiaccio fluttuante. Lanciato dall’International Thwaites Glacier Collaboration, nel 2022, Ran ha infatti offerto un accesso diretto a un luogo indagato finora solo con immagini satellitari e perforazioni.
Grazie a un sonar ad alta risoluzione, ha mappato oltre 130 chilometri quadrati di base glaciale, rivelando strutture a forma di lacrima, altopiani irregolari, e modelli di erosione, completamente inattesi. Che come spiegato su ecografiaclinica.it, son elementi non coincidenti con i modelli di fusione, sinora accettati. E secondo la fisica oceanografica, Anna Wåhlin, i dati raccolti suggeriscono che le teorie attuali sullo scioglimento dei ghiacciai, debbano esser profondamente riviste.

Il ruolo delle acque profonde
Nel corso di una spedizione di 27 giorni, Ran ha evidenziato importanti differenze fra la parte orientale, e quella occidentale della piattaforma “Dotson”. Per cui gli studiosi hanno quindi ritenuto che, una corrente calda denominata “Acqua Circumpolare Profonda“, stia aumentando l’erosione del ghiaccio nella zona occidentale. Fenomeno il quale potrebbe, magari, spiegare le differenti velocità di scioglimento osservate, con implicazioni appunto preoccupanti, per l’intero equilibrio della calotta antartica.
La scomparsa del Ran rimane, in ogni caso, irrisolta. Sommergibile il quale non è più riemerso, e/o trasmesso ulteriori dati. E in tal senso, le ipotesi vanno da un guasto meccanico, a un incagliamento sotto il ghiaccio. Nonostante la perdita, gli scienziati sottolineano l’importanza delle informazioni raccolte, auspicando l’impiego di un nuovo veicolo per approfondire proprio lo studio di questo fragile ambiente polare.