Allarme in Puglia per la colorazione nera della spiaggia | Bagnanti in fuga inutilmente: la spiegazione viene dalla Basilicata

La spiaggia nera in Puglia potrebbe avere una spiegazione (Freepik Foto) - www.marinecue.it
Le coste italiane sono luoghi in cui il paesaggio non resta mai identico a sé stesso.
Le stagioni, il vento e le maree ridisegnano ogni giorno la linea di contatto tra terra e mare, regalando scenari che mutano con sorprendente rapidità. È proprio questa mutevolezza a rendere affascinante e imprevedibile l’osservazione dei litorali.
Talvolta, ciò che il mare deposita a riva suscita stupore e, in alcuni casi, inquietudine. Forme, colori e consistenze inconsuete possono far pensare a episodi di inquinamento o a presenze estranee all’ambiente naturale. In realtà, molti di questi fenomeni hanno spiegazioni che nulla hanno a che fare con attività umane dannose.
Il legame tra le zone interne e le coste è spesso invisibile a chi osserva solo la superficie delle cose. Fiumi e torrenti fungono da veri e propri canali di connessione, trasportando sedimenti e minerali verso il mare, dove le correnti completano l’opera, distribuendoli lungo chilometri di spiaggia.
Per interpretare correttamente ciò che accade lungo il bagnasciuga, occorre conoscere questi meccanismi e riconoscere i segnali naturali. In questo modo si evita di confondere processi geologici o biologici millenari con emergenze ambientali inesistenti.
Un arrivo silenzioso sulle spiagge
Secondo quanto riportato da Forum Agricoltura Sociale nell’articolo a firma di Edoardo Ciotola (8 agosto 2025), alcune spiagge pugliesi hanno visto comparire estese aree di sabbia scura, interpretate inizialmente da molti bagnanti come catrame o residui industriali. L’analisi diretta, però, ha dimostrato il contrario: i granelli, immersi in acqua, non rilasciavano alcuna sostanza appiccicosa e non presentavano odore, segno inequivocabile della loro natura innocua.
L’origine di questo materiale è del tutto naturale. Si tratta di detriti vulcanici provenienti dal Monte Vulture, in Basilicata, trasportati da tre piccoli affluenti dell’Ofanto fino al mare Adriatico. Una volta in acqua, le correnti marine li distribuiscono lungo il litorale, in particolare nelle zone sabbiose più basse, dando vita a distese di sabbia dal colore scuro e compatto.

La geologia che incontra la biodiversità
Il fenomeno, attivo da secoli ma reso più evidente negli ultimi anni da variazioni nelle correnti e nelle maree, è un esempio concreto di come elementi geologici interni possano influenzare direttamente l’aspetto delle coste. La sabbia vulcanica, ricca di ferro e minerali scuri, si distingue nettamente dalla sabbia chiara tipica della Puglia, ma non rappresenta alcuna minaccia ambientale.
Ciotola ricorda anche che lungo le coste italiane altri elementi naturali sono spesso fraintesi. Le banquette di Posidonia oceanica, ad esempio, vengono erroneamente percepite come rifiuti, mentre sono fondamentali per proteggere le spiagge dall’erosione e per ospitare numerose specie marine. Allo stesso modo, schiume e chiazze colorate in mare possono derivare da pollini, microalghe o plancton, fenomeni monitorati costantemente da ISPRA e dalle ARPA regionali e del tutto compatibili con un mare in buona salute.